Don Piero Cecchi
E’ stato il parroco più contemplativo. Lo si è
capito subito, dalle prime Quarantore che
predicò lui stesso appena qualche tempo
dopo il suo ingresso in parrocchia. Restò fra
noi per quindici anni; dal 1981 al 1996. Don
Piero proveniva dalla parrocchia di Lasnigo
dov’era stato parroco per alcuni anni. In precedenza
aveva insegnato nel seminario diocesano
ed era stato assistente della gioventù
in una parrocchia milanese. Lui, in canonica,
ebbe la fortuna d’essere affiancato dalla propria
madre, signora Carla, e da una domestica
fedele alla sua famiglia da lunga data. Al suo
primo anno di permanenza fra noi, don Piero
introdusse nella liturgia l’uso della Diurna laus,
almeno per i Vesperi. L’inizio di questa pratica
avvenne al sopraggiungere della novena di Natale. Ricordo d’averne personalmente
sperimentato l’incipienza in quanto il parroco, durante la visita natalizia alle famiglie,
era incorso in un serio malanno. C’era comunque come coadiutore parrocchiale don
Angelo che però, poco più oltre, ebbe a causare a noi tutti gravi preoccupazioni per
una malattia che ne faceva paventare perfino la perdita. E, allorchè don Angelo, rimessosi
in salute, fu destinato a reggere la parrocchia di Villanova di Bernareggio, il nostro
don Piero sperimentò la presenza di un sacerdote africano: don Almeida. Egli restò fra
noi per qualche anno a fianco di don Piero e successivamente affiancò per qualche
tempo anche don Giovanni. Prevedendo di dover restare presto solo, don Piero diede
l’avvio alla preparazione di un gruppo di ministri straordinari della Comunione. Fu
comunque il suo successore a concretizzare questa sua iniziativa.
Sempre nell’ambito della sua sensibilità alla contemplazione e all’incremento delle
pratiche religiose, don Piero valorizzò la devozione alla Madonna istituendo, nei mesi
di maggio, il Rosario nei cortili.
Dedicò pure energie e investimenti alla ristrutturazione di luoghi
di culto mariano. Fu infatti risistemato il santuario
della Madonna di Loreto, alla cappelletta;
e venne edificata l’edicola della Madonna della
Famiglia, in Via delle Marasche.
Evidenziò pure particolare devozione alla
Madonna delle Grazie, alle Orane, alla quale
attribuì con evidente convinzione una miracolosa
guarigione di un giovane di tale località. Alla
Madonna delle Orane, in armoniosa collaborazione
con l’Amministrazione Comunale, effettuò
una processione - pellegrinaggio per implorare
la pace, in occasione della guerra in Bosnia. Tale
manifestazione impostata su testi biblici riguardanti
la Passione di Gesù, vide una partecipazione
di popolo quale non si vedeva da tempo.
Don Piero avvertiva in modo particolare gli eventi che caratterizzavano lutti ed avversità.
Decisamente incisive apparivano le sue omelie soprattutto nel ricordo dei caduti in
guerra o delle vittime di gravi incidenti sia di natura sociale sia in occasione di catastrofi
naturali. Non per nulla s’impegnò spesso ad alleviare i disagi di alcune famiglie
in gravi difficoltà economiche. In estate, ospitava ragazzi anche nella sua casa residenziale
in Val Malenco. In parrocchia mise mano a costruzioni di un certo rilievo.
Ristrutturò radicalmente una parte de ”la curt di Maregnott” in Via S. Carlo, destinandola
alla Casa di Accoglienza per anziani. La volle intitolare a don Francesco Gariboldi, a
ricordo della sua insuperata permanenza nella nostra parrocchia. Destinò la
“Cassinetta” agli extracomunitari. In chiesa, realizzò una scala interna di collegamento
con la sala del Capitolo, sopra la sacrestia. L’intervento era stato finalizzato a rivalorizzare
un’ampia sala che appariva ormai relegata al ruolo di ripostiglio. In oratorio, si
impegnò in prima persona a intitolare la sala teatrale al compianto don Giuseppe
Sironi. E ne fece modellare una significativa immagine bronzea che ne caratterizzasse
l’ingresso.
Concretizzò la cessione
di parte del giardino parrocchiale
per la realizzazione
della piazza. Resta, inoltre,
come segno del suo attaccamento
alla parrocchia ed in particolare
alla liturgia quaresimale
e pasquale, un artistico crocifisso
ligneo che viene tuttora utilizzato
nelle celebrazioni della
Settimana Santa. Dopo quindici anni di permanenza fra noi, don Piero fu nuovamente
destinato ad una prestigiosa parrocchia di Milano: S. Giovanni Crisostomo. Resta ancor
viva tra noi la sua delicatezza nei rapporti con tutti. Ci è rimasta impressa nella mente
la sua grande sofferenza per la scomparsa di sua madre che godeva, qui in paese, di
sensibile deferenza e di evidente prestigio.
Prima di lasciarci, Don Piero ricevette l’accredito dell’eredità lasciata alla Parrocchia
dalla signorina Laurina Nava. Tale lascito costituirà la base di partenza per la successiva
sistemazione della chiesa.
- scritto nell'anno 2006 -
Autore del testo
Alfredo Ripamonti