Questo sito si avvale di soli cookie tecnici necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Chiudendo questo banner o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.
Maggiori informazioni | Chiudi
Mercoledì 03 Luglio 2024
Parrocchia S.Stefano
di Osnago
...una comunità in cammino!
Mappa del Sito Corrispondenza
Home Parrocchia Gruppi Parrocchiali Oratorio Scuola Materna Cine-Teatro Link
TORI E LOKITA
Drammatico
di Luc e Jean-Pierre Dardenne
con Mbundu Joely, Pablo Schils, Alban Ukaj, Tijmen Govaerts
80 minuti - Francia 2022

Luc e Jean-Pierre Dardenne tornano a Cannes dopo essersi aggiudicati già due volte la Palma D'Oro (per Rosetta nel 1999 e The Child nel 2005) e lo fanno con un film che forse non spicca per originalità di tematiche, o virtuosismi di regia, ma è comunque capace di toccare al cuore lo spettatore e far arrivare il proprio messaggio, raggiungendo l'intento che la coppia di registi si erano probabilmente posti prima di iniziare a girare. Come vedremo in questa recensione di Tori et Lokita, l'ultimo film dei cineasti belgi è tutto incentrato su una coppia di immigrati del Benin arrivati da poco in Europa. I due saranno costretti ad adattarsi alle difficoltà della vita nel nuovo Paese ricorrendo a stratagemmi ed escamotage non propriamente legali, scontrandosi a più riprese con una realtà dura e respingente. Tori (Pablo Schils) e Lokita (Mbundu Joely), lui ancora bambino e lei poco più che maggiorenne, dicono di essere fratello e sorella, in realtà si sono incontrati poco prima di arrivare in Europa durante quel viaggio della speranza via mare che molti come loro devono affrontare. Il legame che hanno stretto è però più forte che mai, e fanno tutto l'uno per l'altra. Per potersi costruire una vita in Belgio, Lokita vorrebbe ottenere un permesso di soggiorno che gli permetta di studiare per diventare caregiver, poter guadagnare qualcosa e affittare un appartamento per lei e Tori. Non riuscendo però a dimostrare che lei e il bambino siano imparentati (e quindi poter legalmente vivere insieme) i due si trovano in una situazione di limbo, tra i parenti rimasti in Benin e i contrabbandieri (che ne hanno organizzato il viaggio) che continuano a esigere pagamenti impossibili, e un piccolo spacciatore che li usa per i suoi traffici. Sarà proprio quest'ultimo a convincere Lokita a rinchiudersi per tre mesi in una serra dove viene coltivata illegalmente marijuana, lontana da Tori e dalla vita che conduceva, ma con la promessa di essere pagata e di ottenere i permessi che le servono una volta terminato il lavoro. Difficile però che Tori riesca a restarle lontano, e il suo disperato tentativo di ricongiungersi con quella che ritiene la sua sorella maggiore scatenerà una catena di eventi inaspettatamente drammatici, che li metterà entrambi in pericolo di vita. Come vi anticipavamo, il messaggio che i Dardenne ci vogliono trasmettere con questo loro ultimo film è chiaro fin dall'apertura, nella rappresentazione di un'Europa che dovrebbe essere inclusiva ma che, invece, da una parte respinge i migranti e li invischia in un groviglio di burocrazia da cui è difficile districarsi, e dall'altra li costringe a ricorrere all'illegalità per poter sopravvivere. Tori e Lokita - diversamente da come spesso vengono rappresentati personaggi di questo tipo - non sono affatto ingenui, il loro non è un sogno che si infrange di fronte a una realtà che non corrisponde a quello che avevano immaginato, ma anzi insieme riescono a cavarsela piuttosto bene, affrontando difficoltà ed umiliazioni a testa alta con l'unico obiettivo di costruirsi una vita insieme. Il film - anche per come è girato, seguendo da vicino i due protagonisti - non spicca per originalità, a parte un finale inaspettatamente d'impatto. L'impressione è quella di rivedere qualcosa che è già stato raccontato più e più volte, e si muove su binari piuttosto prevedibili. Detto questo, però, Tori et Lokita di Luc e Jean-Pierre Dardenne riesce comunque a colpire, portando sullo schermo un legame di fratellanza sincero e profondo e affidandosi alle interpretazioni di due giovani attori - Mbundu Joely e Pablo Schils - davvero credibili e convincenti.
Carlotta Deiana (Movieplayer.it)
 Versione Stampabile 
 Invia questa pagina 
Area Riservata | Privacy | Regolamentazione
Parrocchia Santo Stefano | Via S.Anna, 1 | 23875 Osnago (LC) | Tel. e Fax 039 58129 | Codice Fiscale 85001710137
Sala Cine-Teatro don G.Sironi Tel. 039 58093 - 349 6628908