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Mercoledì 03 Luglio 2024
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LO SCHIACCIANOCI E IL FLAUTO MAGICO
Animazione
di Georgi Gitis
90 minuti - Russia, Ungheria 2022

Passato Halloween (una festività anglosassone oramai acquisita anche da noi), è tempo di guardare al Natale. Lo fa anche il grande schermo, iniziando da Lo schiaccianoci e il flauto magico. La storia dello Schiaccianoci - balletto russo con le musiche di Ciaikovskij e le coreografie di Marius Petipa e Lev Ivanov, o favola Schiaccianoci e il re dei topi di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann che sia - ha ispirato così tante trasposizioni, classiche e moderne, che non si contano più. È soprattutto l'animazione che sembra aver abbracciato e sposato la storia dello Schiaccianoci e della Ballerina - come ha fatto in letteratura anche Dumas padre - per farla propria e sbizzarrirsi con la messa in scena. L'ultima in ordine di tempo la trovate nella recensione de Lo schiaccianoci e il flauto magico, che pesca a piene mani da entrambe le fonti per creare un mix sui generis che guarda soprattutto a un pubblico di piccoli spettatori. La storia è presto detta: la giovane diciassettenne Marie vede la propria casa e vita andare in pezzi dopo la morte del padre, che lascia lei e la madre piene di debiti. La ragazza è costretta a sposare il direttore del banco dei pegni per non far finire la donna in carcere per gli errori compiuti dal marito. A quel punto Marie esprime un desiderio: tornare piccina per non avere più alcun pensiero al mondo ed è presto accontentata. Solo che si trasforma ad altezza di giocattolo, insieme ai suoi giocattoli veri e propri che prendono vita, compreso lo Schiaccianoci che le ha regalato il viscido direttore. Con una strizzata d'occhio a Toy Story, la giovane Marie, che ha studiato danza fin da piccola e nelle movenze richiama proprio il balletto di Ciaikovskij, si reca in un luogo incantato attraverso un buco nel muro da cui era passato un orribile ratto. Lì scoprirà un regno di cui lo Schiaccianoci è legittimo erede, trasformato in pupazzo dalla terribile matrigna, regina dei ratti, Rodenzia, che vuole impossessarsi del trono e del potere insieme al figlio. L'improbabile squadra di giocattoli, che comprende un ariete un po' vanitoso e uno struzzo che è sempre pronto a mettere letteralmente la testa sotto la sabbia, ha una doppia missione. Salvare il regno e ridare il trono al legittimo erede per poterlo riportare a casa di Marie prima dell'alba, quando l'incantesimo potrà essere spezzato solo se saranno tutti presenti. Molti sono gli ostacoli che si troveranno di fronte gli improbabili eroi protagonisti di questa favola natalizia rivisitata: l'invasione di topi in tutti i mondi, la perfida Rodenzia e le sue trame diaboliche, i voltafaccia inaspettati di alcuni personaggi, il misterioso flauto magico del titolo da ritrovare ma che è nascosto chissà dove e solo il re, temporaneamente fuorigioco, sembra conoscere la sua ubicazione segreta. Una corsa contro il tempo, incantesimi e maledizioni, re, regine, principi e principesse, balli in maschera e corse in carrozza nella foresta: tutti elementi che richiamano volutamente gli stilemi fiabeschi del "C'era una volta" e che includono anche, sempre strizzando l'occhio alla controparte disneyana, canzoni originali. Brani che purtroppo non rimangono nella mente degli spettatori e facilmente dimenticabili, anche se abbastanza musicali. L'animazione de Lo schiaccianoci e il flauto magico è fluida e interessante, sperimenta dove può con la fisicità dei corpi sia animali che umani (il più riuscito è sicuramente il pavido struzzo), strizzando l'occhio in più occasioni a classici della Casa di Walt come La sirenetta, ma anche L'incantesimo del lago o Le streghe di Dahl. Per fortuna non ci sono invece riferimenti allo Schiaccianoci live action disneyano, un esperimento sicuramente non riuscito. Nella prevedibilità del susseguirsi della storia, interessanti sono le tematiche di fondo affrontare dal lungometraggio animato. Non solo quella di prede e predatori, che facilmente si scambiano di posto e di ruolo, sottolineando la differenza di classe e la sudditanza, cosa non si è disposti a fare per ottenere il potere. Ma anche e soprattutto il non voler crescere troppo presto, da trasmettere ai più piccini a cui il film è principalmente destinato nella sua semplicità. Forse dopo la visione i piccoli spettatori preferiranno restare bambini ancora un po', piuttosto che non vedere l'ora di diventare adulti, con tutte le responsabilità che questo comporta.
Federico Vascotto (Movieplayer.it)
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