Avventura/animazione di Jon Favreau con le voci di Marco Mengoni, Elisa, Massimo Popolizio 118 minuti - USA 2019
Ci aspetta un compito arduo nello scrivere la recensione de Il re leone (2019), perché dobbiamo spiegare come sia possibile che siamo rimasti freddi e delusi guardando il remake del classico Disney, al netto di un livello tecnico stratosferico, di immagini potenti e una resa visiva sontuosa, oltre che a parità di storia, personaggi e situazioni rispetto al film animato del 1994. Proveremo a raccontarvi i nostri dubbi, pur consapevoli del generale apprezzamento che il pubblico sta dimostrando per Il re leone del 2019, che arriva nelle sale italiane a un mese dall'uscita americana, forte di cinquecento milioni al boxoffice USA, che diventano quasi un miliardo e cinquecento milioni nel mondo. Numeri che gli permettono, in entrambi i casi, di piazzarsi al secondo posto dopo l'imbattibile Avengers: Endgame dei record.
Lo si era intuito sin dal primo teaser trailer che il remake de Il re leone in CGI firmato da Jon Favreau avrebbe ricalcato con prepotenza l'originale del 1994 e lo conferma la visione del film completo: la trama de Il re leone è infatti quella che tutti già conosciamo, che prende le mosse dalla nascita del leoncino Simba, e la celebre sequenza de Il cerchio della vita, e ci conduce lungo il cammino di vita dell'erede al trono e la lotta per il comando, tra drammi e tradimenti, nuovi incontri e amore. Dettagli che non riveliamo a beneficio di quei pochi che non conoscono a memoria il film degli anni '90, limitandoci a sottolineare come tutto lo sviluppo del remake in CGI sia (troppo?) fedelmente ispirato al passato, con la semplice aggiunta di una canzone, tra l'altro poco incisiva, eseguita in originale da Beyoncé (in italiano da Elisa), e piccole variazioni che non cambiano l'economia delle singole scene così come del racconto nel suo complesso. Un calco che va ben oltre quanto fatto per progetti degli scorsi anni, da Il libro della giungla a La bella e la bestia.
Una continuità col passato che si riscontra anche tra i personaggi de Il re leone, tutti riproposti in versioni equivalenti a quelle già note. Il piccolo erede al trono Simba, il saggio ed equilibrato padre Mufasa, il subdolo zio Scar, la compagna Nala e gli impagabili Timon e Pumba: ritroviamo tutti con lo stesso ruolo e in situazioni non dissimili rispetto al film precedente. La differenza sostanziale è sulle voci, che in un film d'animazione fanno la differenza: per Simba adulto e Nala sono stati scelti Donald Glover e Beyoncé (Marco Mengoni ed Elisa nel doppiaggio italiano), mentre Timon e Pumba hanno le voci di Billy Eichner e Seth Rogen (Edoardo Leo e Stefano Fresi nella versione nostrana), così come Chiwetel Ejifor ha preso il posto di Jeremy Irons nel tratteggiare l'affascinante Scar (per noi è Massimo Propolizio). Il character design risente, inoltre, di un ulteriore appiattimento che è conseguenza diretta del passaggio dal disegno a mano alla grafica al computer. Ed è, per noi, il principale problema del film.
Antonio Cuomo (Movieplayer.it)
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