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Mercoledì 03 Luglio 2024
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IL GIOVANE KARL MARX
Biografico
di Raoul Peck
con August Diehl, Stefan Konarske, Vicky Krieps, Olivier Gourmet, Hannah Steele
112 minuti - Francia, Germania, Belgio 2017

La crisi della sinistra sembra non conoscere confini e arriva a contagiare anche la rappresentazione dei padri nobili. Così un'opera sulla carta estremamente interessante come Il giovane Karl Marx, biopic incentrato sullo sviluppo del pensiero di Marx mentre lotta per sostenere una famiglia numerosa, si trasforma in un feuilleton dal sapore intellettuale. Ma stavolta molti degli elementi che avrebbero intrigato gli appassionati di biografie storico-politiche vengono messi in secondo piano lasciando spazio a una pellicola statica e a tratti verbosa. Eppure le frecce all'arco del regista Raoul Peck non mancano, a cominciare da un cast dedicato. A interpretare il giovane Marx è il tedesco August Diehl, che possiede la giusta fisicità e una naturale intensità per restituire sullo schermo la gravità delle elucubrazioni filosofiche e la passione viscerale del suo personaggio. Al suo fianco Stefan Konarske interpreta il biondo e benestante Friedrich Engels, compagno di elucubrazioni intellettuali e bevute, mentre Vicky Krieps, splendida protagonista femminile de Il filo nascosto, veste i panni della pasionaria Jenny Marx, compagna di vita e di sacrifici del futuro politologo. Il giovane Karl Marx racconta il quinquennio che va dal 1843 al 1848, anno di pubblicazione del Manifesto del Partito Comunista. Il film, non privo di un afflato didattico, si concentra sull'uomo prima che che sul filosofo, con le sue debolezze, i dubbi e i cedimenti. Focus della storia è il rapporto tra Marx ed Engels, quell'amicizia che celebra la comunione intellettuale tra i due pensatori dando vita alla razionalizzazione di un pensiero politico. Tutto questo nel film esiste solo in nuce e anche se vediamo i due filosofi e intellettuali discorrere appassionatamente di questioni legate al proletariato, al materialismo e al Capitale, la prima preoccupazione del grande Karl è come sbarcare il lunario e sfamare la famiglia con il suo lavoro intellettuale. Situazione ben diversa per Engels, figlio del proprietario di una fabbrica tessile di Manchester presa a modello per la formulazione della riflessione sui meccanismi che regolano il capitalismo. Il pamphlet sugli anni della formazione di Marx si apre con i soldati prussiani a cavallo che assaltano poveri contadini accusati di aver rubato i rami secchi caduti a terra in una foresta, mentre la voice over di Marx condanna l'attacco. Stanco dei continui scontri con i compagni di partito, Marx e la moglie Jenny lasciano la Germania alla volta di Parigi ed è qui che avviene l'incontro con Engels. La relazione tra i due diviene il vero focus del film. I due si scontrano, si annusano, diventano compagni di bevute e sistematizzano il proprio pensiero politico mentre Marx lotta contro la mancanza di fondi nel tentativo di mantenere la famiglia ed Engels si innamora e sposa la combattiva Mary Burns (Hannah Steele), operaia nella fabbrica paterna che lo aiuterà ad accedere al mondo dei lavoratori. Ne Il giovane Karl Marx compaiono fugacemente le figure chiave della scena politica e filosofica dell'epoca, dal francese Pierre-Joseph Proudhon (Olivier Gourmet) all'anarchico russo Mikhail Bakunin (Ivan Franek), ma la scelta di Raoul Peck di barcamenarsi tra riflessione filosofica e dimensione umana riduce spesso la loro presenza a pura e semplice aneddotica. Il film, impegnato a concentrarsi sulla faticosa riflessione politica di Marx, sui suoi scontri orgogliosi con gli altri pensatori e sull'impegno a toccare con mano le situazioni che teorizza, aspira a fornire un ritratto umano prima che storico, ma talvolta fatica a trovare l'equilibrio necessario ad attirare la nostra attenzione. Per fortuna il fascino e la concretezza delle figure femminili che affiancano Marx ed Engels risollevano l'interesse, ma il montaggio finale che ripercorre i moti rivoluzionari nei secoli fornisce uno scorcio su quello che avrebbe potuto essere e purtroppo non è. Il giovane Karl Max trasuda rispetto e ammirazione per la figura storica affrontata, ma paga l'indecisione del suo autore e non riesce a mettere in prospettiva le conseguenze del pensiero marxista. Troppo intellettuale per permettere al pubblico di gustarsi il suo andamento da feuilleton, troppo romanzato per concentrare l'attenzione sui temi politico-filosofici che sfiora, fatica a trovare la sua collocazione così come il suo protagonista fatica ad affermare quel pensiero che rivoluzionerà la società.
Valentina D'Amico (Movieplayer.it)
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