Questo sito si avvale di soli cookie tecnici necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Chiudendo questo banner o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.
Maggiori informazioni | Chiudi
Mercoledì 03 Luglio 2024
Parrocchia S.Stefano
di Osnago
...una comunità in cammino!
Mappa del Sito Corrispondenza
Home Parrocchia Gruppi Parrocchiali Oratorio Scuola Materna Cine-Teatro Link
LETTERA A TRE MOGLI
Drammatico/Commedia
di Joseph L. Mankiewicz
con Linda Darnell, Ann Sothern, Jeanne Crain, Paul Douglas, Connie Gilchrist
b/n, 103 minuti - USA 1949 (versione restaurata 2017)

A qualche chilometro da New York, nella Contea di Westchester, tre giovani mogli prendono un battello per un'escursione con un gruppo di orfanelli. Sul ponte sono raggiunte dalla lettera di una comune amica che le informa che lascerà la città con uno dei loro mariti. La donna non precisa quale. Imbarcate e impossibilitate a sciogliere l'enigma, ritornano nei pensieri alla loro vita coniugale, trovando nelle pieghe del quotidiano indizi che alimentano il sospetto. Deborah Bishop, ex ausiliaria di marina, ha sposato un uomo d'affari molto impegnato e poco presente verso cui prova un sentimento di inadeguatezza, Rita Phipps, autrice di radiodrammi, ha un marito professore che sentenzia contro l'abbruttimento delle masse e disapprova la sua ambizione e il suo conformismo, Lora Mae Hollingsway, proletaria in un appartamento modesto sulla ferrovia, ha impalmato senza amore il suo principale coriaceo e senza maniere. Il ritorno a casa scioglie il mistero e riserva una sorpresa. Appassionante caccia al tesoro nella memoria di tre mogli ossessionate dall'abbandono coniugale e dal riconoscimento sociale, Lettera a tre mogli è il primo vero successo di Joseph L. Mankiewicz. Figura colta e sensibile dell'età dell'oro hollywoodiana, Joseph L. Mankiewicz pratica tutti i registri creativi (sceneggiatore, regista, produttore), predilige i soggetti sociali e rifiuta quasi sempre l'azione, nel senso hollywoodiano del termine, preferendo la prestazione dominante dei dialoghi e accomodando i suoi personaggi 'in un interno' dal quale emerge audaci profili psicologici. Ritratto luminoso di tre donne e insieme radiografia clinica dell'istituzione matrimoniale, la commedia di costume di Mankiewicz mette i personaggi femminili in una posizione insostenibile e ancora oggi assolutamente realista: la difficoltà di scegliere tra l'amore e l'amor proprio. [...] In cerca di un equilibrio, a cui pervengono almeno simbolicamente nell'epilogo, le protagoniste e il film si interrogano sulla libertà d'azione della donna in una società quadrata, elitaria e principalmente ipocrita. Mankiewicz fa una scelta ragionevole e ridona respiro e indipendenza psicologica alle sue eroine. Liberate per un giorno dai vincoli coniugali, restituisce ai suoi personaggi la fiducia nell'istituzione della coppia. Coppia che non imprigiona, intralcia o nega ma si fa motore di vita, affermazione della propria personalità dalla parabola dell'altro. L'amore per l'altro e l'amor proprio non sono antagonisti, sono al contrario complici contro una società che vorrebbe controllare tutto fino a imporci il suo modello di vita riuscita. [...] L'autore esalta il sé e rigetta la conformità al modello, donando una chance alle aspirazioni, semplici o complesse che siano. Deborah, per esempio, che vive le sue origini e la sua natura come ostacolo alla sua relazione, doppierà il suo pregiudizio prendendo finalmente coscienza della sua forza e della capacità del suo matrimonio. È la prova che le infligge la femme fatale matura e chiaroveggente a restituirle fiducia in se stessa e a farle abbracciare la sua fortuna. Seduttrice di mariti, Addie Ross è voce off, suggestione che non vediamo mai se non 'ritagliata' o evocata nelle conversazioni per le sue qualità intriganti. Addie è la donna assoluta che ammalia i mariti e atterrisce le mogli. È l'oggetto del desiderio degli uomini, quale che sia la loro condizione sociale, il fantasma di una donna che (non) c'è e offre sogno e glamour. Incantatrice che nessuno sposa o cattiva coscienza di un femminile che ha paura a prendere in mano il proprio destino, Addie è la donna perfetta, troppo perfetta per non 'perdere la faccia' davanti a queste combattenti nel mondo che devono fare un compromesso col mondo. [...] Impossibile conoscere il tipo di relazione che ha intrattenuto coi tre mariti, ciascuno dei quali reca nella propria vita tracce di lei: un disco, una fotografia, una voluta di fumo. Fantasma ubiquo e onnisciente, abita i flashback che rintracciano il passato del trio, è presenza in assenza (fotografia in una cornice d'argento) o presenza metonimica (un braccio nudo), è la traccia di un potere, quello di aprire e di chiudere il discorso, quello di rimettere in discussione il modello femminile, quello di volare alto sui conformismi e le meschinità della classe media americana delle piccole città anonime. È lei a innescare il dubbio, è lei a 'incrinare' il bicchiere e l'ordine ristabilito di un mondo in cui è ancora a piede libero e da cui non è andata forse troppo lontana. La commedia in bianco e nero di Mankiewicz avanza nella suspense facendosi progressivamente glaciale e ironica e imponendo lo stile distinto e la messa in scena ardita dell'autore: la costruzione elaborata dei flashback, l'uso della voce off, la sottigliezza dei dialoghi, l'esplorazione senza concessioni della relazione tra uomini e donne. Per Mankiewicz non si tratta di livellare i generi ma di rivelarne le differenze e le consonanze per donarli l'uguaglianza che meritano. Servito da uno straordinario trio di attrici (Jeanne Crain, Ann Sothern, Linda Darnell), le tre protagoniste anticipano le inquiete casalinghe di Desperate Housewives, serie televisiva del 2004 che aggiorna la tradizione del woman's film di provincia. [...] In conclusione, una battuta sul professore di lettere di Kirk Douglas. Affiancato da una donna concentrata sulla sua carriera, apprezzato dagli amici che non ne comprendono necessariamente l'attitudine e mantenuto secondo le malelingue, è l'uomo fuori dagli schemi. Il suo George rifiuta le imposizioni della società americana e rigetta un mondo che procede verso l'uniformità del pensiero. Basta ascoltare la sua invettiva contro la pubblicità radiofonica per comprendere che da allora è cambiato davvero poco.
Marzia Gandolfi (MyMovies.it)
 Versione Stampabile 
 Invia questa pagina 
Area Riservata | Privacy | Regolamentazione
Parrocchia Santo Stefano | Via S.Anna, 1 | 23875 Osnago (LC) | Tel. e Fax 039 58129 | Codice Fiscale 85001710137
Sala Cine-Teatro don G.Sironi Tel. 039 58093 - 349 6628908