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BOXTROLLS - Le scatole magiche
Animazione
di Anthony Stacchi, Graham Annable
100 minuti - USA 2014

Il mondo dell'animazione contemporaneo è un campo di battaglia selvaggio, in cui i grandi studi si sfidano a colpi di poligoni, texture e tecnologie sempre più avanzate e all'avanguardia. Uno scenario in cui è difficile, per chi vi si affaccia con tecniche tradizionali e senza i potenti mezzi dei grandi studi, farsi notare dal grande pubblico e soprattutto mantenere uno standard qualitativo all'altezza della blasonata concorrenza. Un piccolo miracolo che è riuscito alla Laika, operativa da soli dieci anni e con soli due film all'attivo, Coraline e la porta magica e ParaNorman, prima del terzo lavoro presentato fuori concorso alla 71ma Mostra del Cinema di Venezia: BoxTrolls - Le scatole magiche. Si tratta di creature bizzarre e minacciose, almeno agli occhi della cittadina di Pontecacio che con loro deve fare i conti. I tozzi esseri vestiti di scatole vivono infatti in una comunità pacifica costruita sotto le strade della cittadina, trafugando i rifiuti ed usandoli per costruire invenzioni creative e bizzarre, ma sono visti con sospetto a causa delle voci, per lo più spaventose, diffuse da Archibald Arraffa. Voci alle quali crede anche il sindaco di Pontecacio, lord Gorgon-Zole, che guida i suoi concittadini snob e ghiotti di ogni tipo di formaggio, in modo particolare quelli più puzzolenti. La preoccupazione principale di Arraffa è di ottenere l'approvazione delle Tube Bianche ed a questo scopo usa le Tube Rosse per catturare i "pericolosi" Boxtroll e liberare le vie della città da loro. In realtà le voci non sono veritiere e i mostri non hanno fatto altro che accogliere il bambino Uovo (Eggs in originale) piuttosto che ucciderlo come raccontato, accogliendolo e crescendolo come se fosse uno di loro. In una delle incursioni nel mondo esterno, Uovo conosce una bambina dura, decisa e un po' estrema, la undicenne figlia di Lord Gorgon-Zole, e con lei si allea per salvare i Boxtroll dalle mire delle Tube Rosse. È interessante l'approccio della Laika all'animazione e la tecnica messa in campo per portare su grande schermo il lavoro di Alan Snow "Arrivano i mostri": su una base in stop motion, con i consueti modelli animati fotogramma per fotogramma, lo studio di Coraline ha scelto di applicare anche altre tecniche più o meno moderne per offrire le sfumature necessarie a rendere un romanzo complesso sia tematicamente che visivamente. Usando lo stop motion come base, come le riprese dal vivo per un film live action, i registi Anthony Stacchi e Graham Annable hanno applicato disegni a mano e CGI per le diverse necessità, come effetti speciali usati per arricchire un film dal vivo. L'effetto va un passo oltre l'animazione stop motion, per una fluidità e complessità visiva che si avvicina alla computer graphic. Una scelta che consente di mantenere la profondità e solidità delle marionette e dei fondali costruiti dagli artigiani della Laika, il feeling che questi elementi trasmettono, senza rinunciare ad evoluzioni visive più ardite. Una complessità tecnica che a poco varrebbe senza il supporto di una struttura narrativa solida... E personaggi adorabili a cui il pubblico più giovane possa a legarsi (con potenzialità notevoli per quanto riguarda l'aspetto del merchandising). Ed i Boxtroll funzionano da questo punto di vista, con la loro varietà e simpatica bruttezza, riuscendo a miscelare l'aspetto mostruoso che giustifica l'astio nei loro confronti con un'animazione che li sappia rendere adorabili e buffi. Una ricerca che si estende anche ai personaggi umani, eccessivi, ridicolmente bizzarri e pittoreschi, a tratti estremi, da Uovo alla piccola Winnie, adorabile quanto tendente allo psicotico, da lord Gorgon-Zole ad Arraffa: un campionario di figure perfettamente incarnato da un cast vocale composto con criterio e vivacità. Al protagonista Isaac Hempstead-Wright, il Bran Stark de Il trono di spade, si affianca infatti una Elle Fanning capace di rendere gli eccessi di Winnie con delicata follia, un Ben Kingsley irriconoscibile, e poi Toni Collette, Jared Harris, Tracy Morgan, Nick Frost e Simon Pegg. Si nota la passione profusa dalla Laika nei poco più di 90 minuti di The Boxtrolls. E si nota ogni dollaro di un investimento infinitamente inferiore a quello della concorrenza diretta. Una passione che si traduce in fondali dettagliatissimi, un character design brillante, costumi e "oggetti di scena" realistici nella loro creativa follia, per uno stile che spazio dal vittoriano allo steampunk. Senza dimenticare lo script impreziosito da giochi di parole e battute apprezzabili anche dal pubblico più maturo, un comparto sonoro che completa ed arricchisce il lavoro fatto sulle voci ed una colonna sonora coinvolgente, varia ma sempre appropriata, composta da Dario Marianelli. Una soundtrack dalla quale è impossibile non citare la canzone portante, il cui testo cita un'infinità di formaggi italiani. Il tutto per accompagnare una storia lineare, ma raccontata con brillante vivacità, bilanciando i momenti più misteriosi, soprattutto iniziali in cui le "scatole" vengono mostrate poco e con atmosfera, a quelli più frenetici. La stessa passione che sfocia nella sequenza extra posta dopo i titoli di coda, dal sapore tra il filosofico ed il meta cinematografico, per la quale vi consigliamo di trattenervi in sala fino al termine del primo blocco di credits. Il terzo lavoro della Laika, prende una strada diversa dai suoi predecessori e fa un passo avanti dal punto di vista tecnico che permette allo studio di differenziarsi dalla concorrenza. Scritto con vivacità, diretto con brio ed interpretato con quel giusto pizzico di follia, The Boxtrolls offre divertimento non banale, intrattenimento e quel quantitativo di citazioni e battute capaci di comunicare anche al pubblico più maturo.
Antonio Cuomo (Movieplayer.it)
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