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Mercoledì 03 Luglio 2024
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IL CONCERTO
Commedia
di Radu Mihaileanu
con Aleksei Guskov, Mélanie Laurent, Dmitri Nazarov
119 minuti - Francia, Romania, Belgio, Italia '09

Metà farsa e metà pathos, Il concerto di Radu Mihaileanu è un esempio di cinema capace di rispecchiare sentimentalmente il mondo contemporaneo nel suo passato e nel suo presente. I musicisti russi ebrei e gitani che arrivano a Parigi per dare un concerto stanno compiendo una vendetta: trent'anni prima a Mosca erano stati esclusi dall'orchestra del Bolshoi per intervento di Leonid Breznev, che detestata e temeva l'intelligenza critica degli ebrei; il famoso direttore d'orchestra che difendeva i suoi musicisti, ridotto alla funzione di uomo delle pulizie del teatro, approfitta dell'invito parigino giunto per fax per rimettere insieme il gruppo dei reietti e sostituirlo al gruppo ufficiale del Bolshoi. La moglie del direttore d'orchestra fa la capocomparse, e ogni domenica a Mosca lavora per il vecchio partito comunista, scritturando le persone che figureranno come manifestanti, rappresentando il paradosso della nuova società russa, l'ala estremista degli ex comunisti, l'ala estremista dei capitalisti, e in mezzo milioni di persone smarrite. Arrivati a Parigi, i musicisti ebrei s'abbandonano ai commerci (hanno valige piene di caviale). Affrontano difficoltà: parlano un francese incomprensibile, che provoca malintesi rischiosi. Non osservano gli orari di prove, né le regole imposte dal teatro: l'incontro tra una cultura slavo-orientale e la ricca cultura occidentale genera esplosioni nervose. Il direttore d'orchestra segue un suo percorso sentimentale: ma il concerto (è il Concerto per violino e orchestra di Cajkovskij) ricrea una superiore armonia e uno struggimento romantico che conquista il pubblico francese. Il concerto è un film attraversato da piccole scene comiche, da qualche macchietta svergognata: ma ricco di indomabile vitalità, di ammaliante sapienza narrativa, divertente, interessante, commovente. Attori bravissimi, colonna sonora magnifica; e la parte finale, il concerto, davvero magistrale.
Lietta Tornabuoni (La Stampa)
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