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Mercoledì 03 Luglio 2024
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LA PRINCIPESSA E IL RANOCCHIO
Cartoni animati
di Ron Clements, John Musker
97 minuti - USA '09

Il gran piacere dei cartoni animati prima della rivoluzione (digitale) torna nel magnifico, tradizionale film a disegni della coppia Ron Clements-John Musker, autori di Aladdin e La sirenetta. Ed è merito di John Lasseter, l' inventore dello stile Pixar, ora capotavola alla Disney, se stavolta non ci sono attori al computer o tre dimensioni, ma solo la mai superata immaginazione al potere. Reinventando la famosa favola della principessa e del ranocchio che baciato ridiventa principe, i due registi creano un musical magico dall' inesauribile ricchezza di trovate ironiche, con segni e disegni, personaggi e caratteri, musiche e coreografie in stile fantasy. E' il cartoon che si mangia tutti gli altri in questo Natale popoloso di cinema animato-computerizzato a rimorchio della fantasia tecnologica. Ma in La principessa e il ranocchio si esibisce invece il talento del racconto, la definizione di protagonisti e caratteristi (la lucciola innamorata della stella, l' alligatore jazzista che ricorda l' orso Balou del Libro della giungla) nel segno di una favola musicale che si destreggia fra un Minnelli d' annata (metti Due cuori in cielo) e il caleidoscopio alla Busby Berkeley. Ambientato nella New Orleans della fine 800 del presidente Wilson il film «all singin' all dancin' », viaggia nei panorami-incubo incantati della Louisiana e ci presenta un' eroina di pelle nera determinata ad avere il suo posto in società, anzi il suo ristorante, come la Joan Crawford di Mildred o la Claudette Colbert con frittelle di Lo specchio della vita, nel segno del matriarcato vecchia Hollywood. Per arrivare all' happy end col bacio che opera la metamorfosi e il sogno gastronomico che si avvera (il cibo è la star Disney 2000), i ranocchi innamorati più che in un De Musset percorrono canali paludosi in Louisiana tra pale, flora, insetti e battelli illuminati, facendo tappa presso una stregona cieca. E non è ancora finita perché ci sono le ombre maligne che ritardano il primo kiss. Citando il miglior passato con gusto, intelligenza e molto humour, i due registi attualizzano ed omaggiano la terra distrutta dall' uragano Kathrina, creando un universo parallelo in cui la tostissima Tiana sembra la Dorothy Dandridge di Carmen Jones con complesso paterno, innamorata del suo bellone a spalla larga con cui impara a condividere i sogni secondo l' etica Disney. E ancora: giochi tenebrosi della magia nera con ipotesi faustiana d' eterne giovinezze, partitura jazz e swing con momenti di gloria coreografica e di ritmo, agenti immobiliari (post crisi) così perfidi che neanche Michael Moore: l' impronta di uno stile che è divertimento.
Maurizio Porro (Corriere della Sera)
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