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Mercoledì 03 Luglio 2024
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TIFFANY E I TRE BRIGANTI
Cartoni animati
di Hayo Freitag
75 minuti - Germania '08

Che meraviglia: un cartone animato all'antica, dove più che l'animazione fotorealistica cui ci sta abituando il 3 D contano la bellezza dei disegni e il racconto. Una favola per bambini piccoli ma buffa e trasgressiva come il suo autore, l'alsaziano Tomi Ungerer, maestro dell'illustrazione contemporanea. La protagonista è una bimbetta destinata all'orfanotrofio che salta sull'occasione della sua vita e si fa rapire da tre briganti facendo loro scoprire le gioie della paternità, mentre nel cupo e piovoso istituto dov'era diretta, una Maestra perfida e sconciamente golosa sfrutta i malcapitati allievi come schiavi nel suo zuccherificio. Il tratto è bonario, il tono infantile, i buoni sentimenti garantiti. Ma non fatevi ingannare. Il regista Hayo Freitag, che ha ampliato e riscritto la favoletta di Ungerer, sa dosare lo zucchero e il pepe. Quel bosco di notte, pieno di occhi che scrutano da tutti gli angoli, non è solo una riserva di animaletti innocenti. Quei fratelli briganti che dormono tutti nello stesso lettone, sono incapaci di spendere l'oro e i gioielli che accumulano. E se la maestra ghiotta di zucchero fa una fine ironica si trasforma in una torta divorata con gusto dalle sue vittime la furba Tiffany innesca una rivoluzione combattuta come nel cinema muto: a torte in faccia. Il resto lo fanno la raffinatezza dei disegni e dei colori, l'uso davvero inventivo delle luci e del sonoro. E musiche spiritosissime da far invidia a Tim Burton ("volevamo qualcosa tipo Tom Waits per bambini") firmate da Kenneth Pattengale e dai Bananafishbones. Non perdete i titoli di coda: quell'unicorno stralunato e dal passo elastico vale da solo il film.
Fabio Ferzetti (Il Messaggero)
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