Cartoni animati
di David Silverman
87 minuti - USA 2007
La satira dei Simpson, ideati da Matt Groenig nel 1988, è cinica, scoraggiante: magari per questo sono passati quasi vent'anni prima che il cartoon arrivasse al cinema con I Simpson - Il film di David Silverman. È una satira che colpisce ricchi e poveri, potenti e impotenti; tutti gli abitanti della inesistente città di Springfield, tutta la famiglia gialla protagonista, Arnold Schwarzenegger che è diventato presidente degli Stati Uniti e i grandi avidi industriali, tutti sono bersaglio di disprezzo, di faticosa sopportazione. In più, le storie dei Simpson non hanno lieto fine, ma neppure conclusione catastrofica: terminano così, in una plumbea indifferenza, con la attualissima certezza che nulla mai andrà meglio.
Eppure sono molto divertenti, al cinema come nei precedenti 400 episodi televisivi (diffusi da noi a partire dal 1991, prima su Canale 5, poi su Italia 1). I personaggi non cambiano. La madre Marge è gravata da una pettinatura blu alta quanto lei. La neonata è inerte, sempre in braccio. La figlia Lisa, ambientalista e animalista, è la più intelligente della famiglia, ma la satira si esercita pure sulle sue buone intenzioni. Il figlio Bart è caotico, presuntuoso, maleducato, gioca con la playstation in chiesa la domenica mattina, sta sul letto con una mazza da baseball per respingere gli Ufo. Il padre Homer è un mangione bevitore di birra, grasso, intossicato dalla tv, spesso licenziato dal suo posto alla centrale nucleare. Proprio lui, con la sua stupidità leggendaria, scarica in un laghetto l'immensa quantità di feci prodotta dal suo amato maialetto, provocando un tale inquinamento che la popolazione lo vuole morto, il governo isola la città sotto una calotta trasparente e i Simpson debbono fuggire in Alaska tra i ghiacci. Quando tornano, non sono cambiati: non cambierà mai, la famiglia esemplare.
Lietta Tornabuoni (La Stampa)
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