Parrocchia S.Stefano
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LO SCAFANDRO E LA FARFALLA | Drammatico di Julian Schnabel con Hiam Abbass, Mathieu Amalric, Niels Arestrup, Emma de Caunes, Emmanuelle Seigner 112 minuti - Francia, USA 2007
Murato vivo: ecco il dramma vissuto (purtroppo nella realtà) dal brillante giornalista francese Jean-Dominique Bauby, colpito a quarantuno anni da una rara sindrome cerebrale che lo rese sino alla morte completamente paralizzato benché cosciente. Il multiforme artista americano Julian Schnabel ne ha tratto il suo terzo film, «Lo scafandro e la farfalla», giustamente premiato all'ultimo festival di Cannes per la sua atroce forza emotiva. Pur potendo comunicare solo grazie al battito di un'unica palpebra, Bauby (strepitosamente impersonato da Mathieu Amalric) riesce, infatti, a descrivere il proprio calvario in un libro/diario pazientemente trascritto da un'infermiera: peccato che Schnabel, indeciso tra il sincero rispetto e le esigenze drammaturgiche, finisca ogni tanto con l'indulgere a preziosismi finto-sperimentali che penalizzano l'immersione nell'esilio interiore e le derive mentali dello sventurato protagonista. A parte questa pecca, il film riesce nell'intento principale, quello di evitare ogni pietismo funereo e -dando spazio agli svariati personaggi che s'alternano al suo capezzale- di "materializzare" l'impagabile sforzo di memoria e immaginazione che sprona l'infermo a trovare senso, energia e rabbia per continuare nonostante tutto a sopravvivere. Come evidenzia la magistrale ripresa in soggettiva dell'inizio, che riproduce il risveglio dal coma con un'impressionistica, estrosa e ammaliante sinfonia di colori sfocati, suoni ovattati ed echi dei pensieri lucidi e intensi affioranti dal corpo condannato all'immobilità perpetua. La macchina da presa sembra fondersi davvero con l'occhio del protagonista, in un percorso assimilabile senza forzature allo stile visionario dello stesso Schnabel. Valerio Caprara (Il Mattino)
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