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Mercoledì 03 Luglio 2024
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LUSSURIA - Seduzione e tradimento
Drammatico
di Ang Lee
con Tony Leung, Joan Chen, Anupam Kher, Chiu Wai
156 minuti - Cina, USA 2007 - V.M. 14 anni

Si fa prima a leggere ad alta voce il bellissimo racconto Lussuria di Zhang Ailing (43 pagine, BUR) che a vedere i 156 minuti del film di Ang Lee premiato a Venezia fra molti contrasti. Il ridicolo titolo italiano, seguito sui manifesti dal sottotitolo «Seduzione e tradimento», non corrisponde all' originale Se, Jei che a quanto pare significa «Voglia sfrenata, prudenza». Ovvero gli opposti sentimenti che si alternano nell' animo del supersbirro Yi (grafia della traduzione libresca) di fronte alle grazie che gli proferisce la giovane Wang Jiazhi. Il film si apre e conclude nel 1942 a Shanghai occupata dai giapponesi nel corso della seconda guerra con la Cina, ma ha al centro un flashback datato 1938 e ambientato a Hong Kong. Mentre sua moglie passa il tempo con le amiche giocando a «maijang» il torvo Yi è sul punto di venir messo a capo della polizia segreta dal governo collaborazionista di Nanchino. Intuendo il pericolo, un groppuscolo di studenti designa la primattrice della filodrammatica a sedurlo per attirarlo in una trappola mortale. Wang accetta l' incarico e in uno slancio di perfezionismo patriottico prende lezioni di sesso dall' unico (e ahimè poco attraente) che nella cerchia frequenta le prostitute. A sorpresa la manovra crea un legame fra Yi e la ragazza, ma tutto porta solo al massacro maldestro di un filogiapponese che aveva fatto da tramite. Anni dopo i congiurati a Shanghai riannodano le fila del complotto: però stavolta l' incontro della traditrice con la vittima diventa una faccenda seria, finché la situazione precipita verso la tragedia. Il film rispecchia nella sostanza la trama del racconto e ogni tanto ne appare un' illustrazione ispirata e accurata. Ma (sorpresa!) sulla pagina non c' è traccia delle tre estenuanti scene di sesso acrobatico che ricordano L' impero dei sensi (1976) di Nagisa Oshima. Si giustifica Ang Lee: «Ho riempito gli spazi che la scrittrice ha lasciato vuoti». Segnalato da Variety come la prima pellicola che trionfa ai botteghini delle tre Cine, Hong Kong, Taiwan e Repubblica Popolare, in quest' ultima le autorità hanno provveduto a tagliare quasi del tutto le parti a luci rosse; e vuoi vedere che una volta tanto la censura, ognora deplorevole sotto il profilo della libertà d' espressione, ha migliorato il risultato artistico? In modo diverso, lei trepidante di giovinezza vulnerata, lui espressivamente impassibile, l' esordiente Tang Wei e il divo Tony Leung incarnano stupendamente i loro personaggi senza bisogno di accoppiarli in morbosi amplessi da kamasutra fra vestiti strappati, cinghiate sadiche e sodomizzazioni a vista. A parte l' impeccabile disegno dei caratteri, sia nudi che vestiti, Lussuria si fa apprezzare per la miracolosa ricostruzione dell' ambiente, forse memore dei film francesi rispecchianti la fosca epoca di Vichy, da L' armata degli eroi di Melville a Lacombe Lucien di Malle, da Mr Klein di Losey a L' ultimo metrò di Truffaut. Miseria e paura, strade vuote di traffico attraversate dalle minacciose macchine nere dei potenti, lunghe code per un po' di cibo, i film interrotti dai cinegiornali di propaganda; e fra la gente sguardi in tralice, diffidenza, soprassalti di orgoglio patriottico e sullo sfondo l' assurda indifferenza delle damazze al tavolo da gioco. Altro che lussuria: questa è la storia di un grande amore che non osa dire il suo nome, ma si effonde in momenti di irrefrenabile tenerezza. Come quando nel rifugio provvisorio di una casa da tè Wang si esibisce in una canzoncina per Yi che la applaude commosso; o quando dal gioielliere la ragazza accetta il prezioso anello offerto da Yi consapevole che in strada stanno aspettando il donatore per ucciderlo.
Tullio Kezich (Corriere della Sera)
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