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Mercoledì 03 Luglio 2024
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IL VENTO CHE ACCAREZZA L'ERBA
Drammatico
di Ken Loach
con Liam Cunningham, Padraic Delaney, Cillian Murphy
124 minuti - Gran Bretagna 2006

Irlanda anni Venti. Una delle pagine più nere della repressione inglese, con stragi, violenze atroci, soprusi di una efferatezza inaudita. Da una parte, al sud, attorno a Dublino, gli indipendentisti repubblicani forti di esser stati democraticamente eletti, con un proprio Parlamento e un proprio Governo (sia pure non riconosciuti a Londra). Dall'altra, una polizia britannica pronta a tutto composta in gran parte da ex militari reduci dalla Guerra '14-'18. In mezzo due fratelli, Damien, che si accinge a diventare medico, Teddy invece, arruolato nell'esercito irlandese, pronto a dar battaglia. Una causa così giusta che quasi subito Damien rinuncia al suo ideale borghese e si arruola a sua volta, battendosi da valoroso a fianco del fratello, tra mille insidie e i molti orrori quotidianamente commessi dagli inglesi. Però, si arriva a una tregua che, nel dicembre 1921, propone agli irlandesi pace e libertà, pur inserendoli nel Commenwealth, come il Canada e l'Australia. Molti se ne fanno convincere, anche Teddy con i suoi uomini, Damien, invece, non solo, come tanti altri, si oppone a quello che considera un tradimento dell'idea di indipendenza, ma si schiera, armato, anche contro i suoi. Con il risultato che, pur con indicibile strazio, toccherà proprio al fratello di farlo fucilare come ribelle... Una storia terribile. Ken Loach, fedele da sempre al suo cinema fortemente militante, l'ha rappresentata con tale dominio di tutti i mezzi espressivi da meritarsi la scorsa primavera a Cannes la Palma d'Oro. Le pagine corali, in luci sempre grigie, quasi dimesse, le ha svolte in cifre di una continua tensione, in cui la guerra guerreggiata — sempre con violenza impetuosa — si alterna ad episodi che, laceranti e dolorosi, mettono in evidenza casi presi dal vero di sopraffazioni e di stragi. Le pagine individuali, specie quelle fra i due fratelli, le ha fatte progredire con un vigore psicologico che non solo dà ampio spazio allo studio dei singoli caratteri, ma vi fa sempre emergere un clima in cui il dibattito, le contraddizioni e da ultimo quel finale crudele sanno toccare tutti i tasti del dramma intimo e poi, tesissima, della commozione. Con dei modi, però, che riescono a evitare, anche al momento tragico della conclusione, ogni sospetto di retorica. E con il concorso di tecniche sapienti (fotografia, costumi, musiche, montaggio) e di una recitazione sempre asciutta e sostenuta, rigorosamente priva di compiacimenti. Cito solo i protagonisti, Cillian Murphy e Pádraic Delaney. Due facce vere.
Gian Luigi Rondi (Il Tempo)
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