Questo sito si avvale di soli cookie tecnici necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Chiudendo questo banner o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.
Maggiori informazioni | Chiudi
Martedì 26 Novembre 2024
Parrocchia S.Stefano
di Osnago
...una comunità in cammino!
Mappa del Sito Corrispondenza
Home Parrocchia Gruppi Parrocchiali Oratorio Scuola Materna Cine-Teatro Link
ALICE E IL SINDACO
Commedia/Drammatico
di Nicolas Pariser
con Fabrice Luchini, Anaïs Demoustier, Nora Hamzawi, Léonie Simaga, Antoine Reinartz
103 minuti - Francia 2019

A qualche mese dalle elezioni municipali, il sindaco di Lione non ha più idee. Dopo trent'anni di vita politica è come svuotato. In suo soccorso, l'entourage comunale recluta una giovane normalista. Il ruolo di Alice Heimann è rigenerare la capacità di pensare del sindaco e la visione necessaria all'azione politica. Introdotta nel cerchio della fiducia, Alice rivela un'agilità innata per la 'cosa politica' fornendo carburante alla macchina municipale. E la macchina riparte ma gli scossoni e i sobbalzi non tarderanno a costringerla alla sosta forzata. Rivelato nel 2015 da un thriller politico paranoico e promettente (Le Grand Jeu), Nicolas Pariser si impone con Alice e il sindaco come il regista per eccellenza del film politico francese. La politica, reale o sognata, diventa il terreno di (gran) gioco di un autore audace e ispirato, erede di Rohmer, a cui l'ultimo film fa esplicitamente riferimento. [...] Lontano dal fare della politica un uso funzionale, gioco di sosia o semplice motore per commedia o thriller, Pariser opta per la frontalità del reale. Alice e il sindaco rende conto di un consiglio comunale, delle forze di potere in gioco ma soprattutto del consolidarsi della relazione filiale tra una giovane normalista e un sindaco consumato. Attraverso la loro interazione, il regista affronta la natura e l'etica della politica, intesa come amministrazione del bene pubblico coerente a un sistema di valori. [...] Se lo stile sobrio di Anaïs Demoustier elude lo stereotipo della generazione Y, appassionata delle nuove tecnologie ma smarrita nel mondo a dispetto degli studi brillanti, Fabrice Luchini non si limita a mostrare quello che è l'incarnazione di un'istituzione, con tutta l'autorità di cui necessita, ma restituisce una sorta di spossatezza che si confonde con la sua volontà di controllo. Luchini è pienamente se stesso, riconosciamo la sua immagine pubblica ma una gravità inusuale altera il suo istrionismo. Il suo Paul Théraneau possiede una vita propria (sindaco di Lione progressista) e non deve niente a nessun modello francese conosciuto (né Sarkozy, né Hollande, né Macron). Come Luchini sembra aver abitato il cinema di Rohmer con cui condivide la passione per la parola letteraria, l'erudizione dei dialoghi, la riflessione intellettuale, la finezza comica. [...] Il suo sindaco non è un cattivo politico, al contrario, ha delle convinzioni sincere, una volontà di trasmissione e di condivisione, un interessamento generoso ma non ha più nessuno a cui dare credito. Il sorriso che gli regala Alice svanisce presto e lascia il posto alla malinconia delle passioni incompiute che Luchini restituisce perfettamente. La sua voce acquisisce progressivamente una limpidezza, una forma di chiarezza che non gli conoscevamo. Davanti a lui Alice non è né una fata, né un'amante potenziale. La loro relazione ha il buon gusto di restare platonica e permette al sindaco di fare i conti coi desideri sfumati e di accettare la necessità di chiudere un capitolo. Alice da par suo ascolta e riflette sulla modestia in un mondo megalomane che condanna al limbo i suoi appunti e le sue osservazioni pertinenti. Le sue parole serviranno tuttavia a galvanizzare Théraneu, riacceso (provvisoriamente) in una requisitoria contro i mostri della finanza. Trascendendo il potere, sollevano insieme la visione della politica, delle parole, delle idee rigenerandosi mutualmente. Rappresentanti di due generazioni confuse e sole, si consolano trovando un tempo per il dialogo, un tempo rubato alle agende compresse, un tempo per (ri)generare la parola politica. [...] Rappresentazione della crisi democratica che colpisce la Francia, Alice e il sindaco chiude con una domanda, lasciando lo spettatore libero di decidere per la rinascita o per l'abbandono. Con la medesima volontà di gratitudine e di trasmissione che spingeva gli autori della Nouvelle Vague a moltiplicare i piani sui loro libri prediletti, Nicolas Pariser lascia che la sua camera indugi sulle opere consultate da Alice per aiutare il sindaco a ri-pensare. [...]
Marzia Gandolfi (MyMovies.it)
 Versione Stampabile 
 Invia questa pagina 
Area Riservata | Privacy | Regolamentazione
Parrocchia Santo Stefano | Via S.Anna, 1 | 23875 Osnago (LC) | Tel. e Fax 039 58129 | Codice Fiscale 85001710137
Sala Cine-Teatro don G.Sironi Tel. 039 58093 - 349 6628908