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Mercoledì 03 Luglio 2024
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CROCE E DELIZIA
Commedia
di Simone Godano
con Alessandro Gassmann, Jasmine Trinca, Fabrizio Bentivoglio, Filippo Scicchitano, Lunetta Savino
100 minuti - Italia 2019

Ci sono latenti crisi abbandoniche, famiglie adagiate su una polveriera, padri e figli perduti, ci sono l'accettazione della diversità, un amore omosessuale e una girandola di personaggi incastrati nello spazio claustrofobico di una villa arroccata sulla costa laziale. Vi parleremo di tutto questo nella recensione di Croce e delizia, secondo film di Simone Godano, che si immerge nell'alcova dei conflitti familiari e mette in scena una molteplicità di temi del nostro contemporaneo (lo scontro sociale, l'omofobia, genitori e figli) rifuggendo da banalità e buonismo. Il regista si affida ancora una volta a Giulia Steigerwalt, che aveva già firmato la sceneggiatura del suo esordio, Moglie e marito; in questo caso le dinamiche della commedia romantica fanno spazio alle rocambolesche avventure di una wedding comedy. Niente caricature, né rappresentazioni macchiettistiche della diversità: spiccano invece la misura e il garbo con cui autori e interpreti cercano di tratteggiarne i protagonisti. Croce e Delizia dichiara i propri toni sin dall'inizio, a partire all'agrodolce battuta che avvia la trama del film: "Quando soffrirai di crisi abbandoniche almeno saprai di chi è la colpa: della tua famiglia", dirà Jasmine Trinca rivolgendosi a uno dei bambini dell'asilo in cui lavora. Il pretesto da cui Simone Godano parte per sviluppare i diversi sottotesti della storia è l'annuncio del matrimonio tra un raffinato mercante d'arte di mezza età, Tony (Fabrizio Bentivoglio), e un pescatore di bell'aspetto, Carlo (Alessandro Gassman), alle rispettive famiglie: da un lato gli eccentrici e narcisi Castelvecchio, alto borghesi di mentalità aperta, incarnazione del radicalchicchismo più diffuso, dall'altro i Petagna, popolani, conservatori, legati ai valori tradizionali e di umile estrazione. La rivelazione inaspettata del loro amore scardinerà gli equilibri familiari, investendo in pieno soprattutto i primogeniti Penelope (la Trinca) e Sandro (Filippo Scicchitano). Quello a cui lo spettatore assisterà per un'ora mezza di film sarà uno scontro sociale, oltre che familiare: popolo ed elite, tanto per usare due termini cari all'attualità nostrana, padri e figli. Il cortocircuito si scatena in una delle scene più emblematiche, nel bagno di un locale, dove voleranno sberleffi, insulti e schiaffi. L'intera vicenda mette sotto scacco alcuni cliché e stereotipi, li umanizza e rende credibile ciascuno dei personaggi in scena, mentre la penna di Giulia Steigerwalt rivela un realismo in grado di dare nuova linfa alla narrazione comica del nostro paese. A imporsi sarà l'amore che trascende differenze di genere e classe, un manifesto di tolleranza e integrazione, un invito alla mitezza e all'accoglienza. Non ci sono nè buoni nè cattivi, Godano non sta né con gli uni né con gli altri, nel tentativo di abbracciare e comprendere il punto di vista di ognuno. La famiglia disfunzionale, complicata, focolaio di rapporti irrisolti, sta tutta nei gesti concitati, nelle fragilità e nella tenerezza di quei personaggi: padri, figli, zie, ex e nipoti che durante la vacanza più bizzarra e schizofrenica della loro vita si troveranno a dissotterrare debolezze e non detti, superare i propri pregiudizi e accettarsi. Un affresco reale, lontano da moralismi o parodie, al quale tanto hanno dato gli interpreti di questo burrascoso viaggio di formazione: Alessandro Gassmann e Fabrizio Bentivoglio tratteggiano con raffinata pacatezza i propri ruoli, sinceri e profondamente umani. Non sono di meno la Trinca, alla sua prima volta in una commedia, un equilibrato mix di verve comica e drammatica irrisolutezza, e Scicchitano, figlio di Carlo, fedele alla Lazio, capelli biondo platino e coatto fino al midollo. Tutti indiscutibilmente veri. Tutti a farsi la guerra, salvo deporre le armi in nome della comprensione reciproca, che non è poi così difficile da raggiungere. A volte basta "guardare l'altro e vedergli dentro".
Elisabetta Bartucca (Movieplayer.it)
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