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L’ORA LEGALE
Commedia
di Salvatore Ficarra, Valentino Picone
con Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Leo Gullotta, Vincenzo Amato, Tony Sperandeo
92 minuti - Italia 2017

"Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi". Uno dei passaggi più citati e noti de Il Gattopardo, il romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa portato sul grande schermo da Luchino Visconti, sembra calzare inconsciamente a pennello agli abitanti di Pietrammare, fittizia cittadina siciliana governata da anni dal traffichino Gaetano Patanè (Tony Sperandeo). Un sorriso falso tanto quanto le promesse elettorali mai mantenute, cumuli di spazzatura, traffico selvaggio, tangentibin cambio di favori e totale assenza di trasparenza rappresentano la sua eredità politica con la quale, tronfio e sfrontato, è pronto a presentarsi alle nuove elezioni convinto di avere la vittoria assicurata. A rispondere al diffuso malcontento della malapolitica del primo cittadino ci pensa Pierpaolo Natoli (Vincenzo Amato), professore liceale sostenuto da una lista civica, deciso a scendere in prima linea per portare onestà, ordine e pulizia tra le strade della città. Una campagna elettorale la sua che vede i due cognati, Salvo (Salvatore Ficarra) e Valentino (Valentino Picone), gestori di un piccolo chiosco della piazza principale di Pietrammare, schierati su fronti politici opposti sebbene accomunati dal medesimo obiettivo: ottenere i permessi per la costruzione di un gazebo grazie al quale ampliare la loro attività commerciale. È ambientato in una piccola cittadina siciliana che di inventato ha solo il nome L'ora legale, la nuova commedia di Ficarra&Picone scritta insieme ad Edoardo De Angelis, Nicola Guaglianone e all'ormai storico collaboratore Fabrizio Testini. Attori, sceneggiatori e anche registi, dopo l'esordio dietro la macchina da presa nel 2007 con Il 7 e l'8, i due comici raccontano una realtà locale che subito appare metafora concentrata dell'intero Paese ostaggio di se stesso perché diviso tra la costante invocazione al cambiamento e la sua immobilità. Due facce della stessa medaglia rappresentate da Natoli, il nuovo corso, e da Patanè, il politico corrotto. In mezzo quel popolo che a gran voce denuncia la propria insoddisfazione attraverso il voto. E così la fascia tricolore passa all'insegnante deciso a realizzare ogni punto del suo programma elettorale, dalla raccolta differenzia all'abbattimento delle strutture abusive, passando per la stretta contro i furbetti del cartellino e commercianti ambulanti senza distinzioni o favoritismi, neanche per i due cognati. Quelle promesse tanto agognate dai cittadini di Pietrammare si trasformano in un incubo fatto di regole chiamati a rispettare e che Ficarra&Picone sfruttano per mettere in scena la nostra rappresentazione tragicomica. Dai vigili che fino a quel momento le multe le avevano solo tolte al parroco costretto a pagare l'Imu, il duo racconta un'Italia fatta di luoghi comuni che però, in più di un'occasione, non fatica affatto a trovare un veritiero riscontro nella cronaca quotidiana di falsi invalidi, dipendenti comunali che trascorrono il turno di lavoro al bar e abusivismo edilizio. Uno taglio che ricorda quello di Checco Zalone in Quo Vado?, sebbene con esiti narrativi differenti, con tanto di canzone dedicata alla Democrazia come il comico pugliese realizzò, invece, nella commedia dei record con La Prima Repubblica. Nonostante i due attori, specie nella parte finale del film, non risparmino una visione pessimistica che rifugge uno scontato quanto inverosimile happy end, mancano di quello scintillio comico che differenzia, con episodi più riusciti di altri, proprio il cinema di Zalone, contribuendo a rendere pungente il suo sguardo. Ficarra & Picone hanno dichiarato che l'idea del film ronzava nelle loro teste da due anni. Un periodo nel quale la nostra politica ha regalato al duo uno sequela consistente di spunti ai quali attingere per arricchire una sceneggiatura che inoltre gioca, deridendoli, con i cliché mafiosi e che fa della coralità un punto di forza. Il gran numero di personaggi che orbita intorno ai protagonisti, infatti, permette anche di raccontare da più angolazioni la dicotomia di pensiero e condotta dei cittadini di Pietrammare. Da un teatrale ed ottimo Leo Gullotta nei panni ecclesiastici di Padre Raffaele, parroco machiavellico titolare di un bed&breakfast ad Antonio Catania in quelli di un vigile in crisi identitaria fino ad arrivare ad un Alessandro Roja che nell'atteggiamento ricorda il suo Dandi di Romanzo criminale - La serie in un ruolo misterioso legato alla Roma corrotta dei palazzi del potere. Parti grandi o piccole accomunate spesso però da una dialettica letteralmente urlata che accompagna l'intero arco narrativo, a cominciare dal personaggio interpretato da Ficarra chiamato ad incarnare quell'opportunismo che sfocia nel voto privo di consapevolezza - "Vota Patanè senza chiederti il perché" - dato in cambio di favori o raccomandazioni. L'Ora legale ha il pregio di non proporsi come l'ennesima pellicola nostrana da atmosfere fiabesche con tanto di finale consolatorio o forzato, puntando invece su toni più amari e realistici con i quali chi guarda è chiamato a confrontarsi in virtù di quella predisposizione all'errore che ci accomuna tutti seppur con sfumature differenti.
Manuela Santacatterina (Movieplayer.it)
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