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var index=-1;
// --- OPERA 01
// --- --------
index = index + 1;
txtTitolo[index] = "Sacra famiglia con San Giovanni Battista";
txtAutore[index] = "Caravaggio";
txtStatus[index] = "1605 - 1606 - Metropolitan Museum - New York";
txtImgQuadro[index] = "sacrafamigliaconsangiovannibattista..jpg";
txtImgAutore[index] = "_caravaggio.jpg";
txtAudioOpera[index] = "mp3/sacrafamigliaconsangiovannibattista.mp3";
txtAudioBiogr[index] = "mp3/_caravaggio.mp3";
txtIntro[index] = "" +
"Alla luce della Parola";
txtTesto[index] = "" +
"E’ un dipinto a olio su tela realizzato tra il 1605 ed il 1606 da Caravaggio.
" +
"Fa parte della collezione privata Otero Silva (Caracas, Venezuela), ed è conservato in deposito al Metropolitan Museum of Art di New York.
" +
"Questo splendido dipinto dal classico equilibrio è l'unica Madonna col Bambino dipinta da Caravaggio in dimensioni non monumentali. L'articolazione dello spazio poco profondo per porre in rapporto i personaggi, l'uso della luce per puntare l'attenzione sulla Vergine e il Bambino e comunicare un senso di mistero, il gioco di sguardi e gesti carico di significato, tutto questo crea un'immagine affascinante, enfatizzata dalla delicatezza del modellato del volto della Madonna, qui rappresentata dalla nota modella del Caravaggio Fillide Melandroni, e dell'incarnato roseo sul gomito e le gambe del bambino. La rigorosa geometria della composizione è utilizzata per creare un'atmosfera di serenità, come si trova anche nella precedente fuga in Egitto della sacra famiglia.
" +
"Interessante è il raffronto con la 'Madonna del Rosario' di Caravaggio, di poco successiva, eseguita durante la fuga a Napoli, dopo la uccisione di Ranuccio Tomassoni, dove l'incarico formale di esaltazione del ruolo dei domenicani nella diffusione dei riti religiosi ( rosario ) contribuisce inevitabilmente a rendere più artificiale e meno spontanea la scena.
" +
"Il dipinto rappresenta ovviamente non solo l’effetto prorompente della luce sul buio, a creare visibili e drastici effetti chiaroscurali sul volto di Maria e sul corpo di Giuseppe e del piccolo Gesù, ma va a delineare un rapporto tra spazio e figure atto a concentrare gli sguardi solo sulla Sacra Famiglia. A rompere la pacatezza del buio ci pensano il vestito rosso di Maria e la pelle candida del Bambino nudo, mentre Giuseppe è intento a prendere per una mano il San Giovanni Battista.
";
txtBiogr[index] = "" +
"Michelangelo Merisi è un artista che ha creato attorno a se una leggenda. Il Caravaggio nasce a Milano verso il 1571, la data non è sicura. Inizialmente si pensava che l’artista fosse nato a Caravaggio un paese vicino a Bergamo di cui era originaria la sua famiglia. Trascorre la sua infanzia a Milano dove la sua formazione è influenzata dal colorismo veneto e dall’importante figura del Cardinale Borromeo, in seguito fatto santo perché era attento ad aiutare i poveri. Comunque all’inizio della sua attività si trasferisce a Roma e li inizia a lavorare nella grande bottega del cavalier D’Arpino che era una tra le più grandi dell’epoca e gli artisti erano smistati per genere: ritratti, nature morte, paesaggi… Il Caravaggio in questa scuola si specializza nella natura morta.
" +
"Nell’ambiente romano viene notato e accolto dal Cardinale del Monte, diventa il suo mecenate. Lo introduce intanto nell’ambiente delle committenze. 1599/600 ha una committenza pubblica nella cappella Contarelli, importante perché all’interno della chiesa di San Luigi dei Francescani. Per questa cappella Caravaggio dipinge 3 tele (Caravaggio non usa mai la tecnica dell’affresco). Queste tele hanno come soggetto le storie dell’apostolo Matteo: il martirio, la vocazione, e san Matteo con l’angelo. Dopo questa commissione pubblica ne segue un’altra in Santa Maria del Popolo nella cappella Cerasi, anche qui avremo altre due tele con tema simile alle precedenti: La vocazione di san Pietro e la morte di san Pietro. Accanto a queste opere pubbliche continua a dipingere tele: morte della Vergine. Mentre si affermava come artista conduceva una vita disordinata, un po’ immorale, dipingeva fino allo stramo per poi passare per taverne a bere.
" +
"Oltre a questo stile di vita aveva un carattere rissoso, ribelle e al culmine di tutto questo nel 1606 uccide il suo rivale in una disputa e lui rimane ferito. Gli ultimi quattro anni della sua vita così li passa fuggendo da Roma e si spinge sempre più lontano perché si sente braccato. Va a Napoli, poi si rifugia a Malta ma visto il suo carattere crea ancora disordini e così va in Sicilia. In queste sue fughe era aiutato da diverse persone che lo stimavano come artista nonostante la sua vita dissoluta. Questi personaggi cercavano anche di fagli avere la grazia. Dalla Sicilia torna a Napoli e poi in Toscana.
" +
"Quando sta per ricevere la grazia nel 1610 muore di malaria. La sua vita non ha mezze misure.
";
// --- OPERA 02
// --- --------
index = index + 1;
txtTitolo[index] = "Riposo durante la fuga in Egitto";
txtAutore[index] = "Caravaggio";
txtStatus[index] = "1597 - Palazzo Doria Pamphilj - Roma";
txtImgQuadro[index] = "riposodurantelafugainegitto.jpg";
txtImgAutore[index] = "_caravaggio.jpg";
txtAudioOpera[index] = "mp3/riposodurantelafugainegitto.mp3";
txtAudioBiogr[index] = "mp3/_caravaggio.mp3";
txtIntro[index] = "" +
"La realtà e le sfide delle famiglie";
txtTesto[index] = "" +
"Nel dipinto di Caravaggio, la natura e il paesaggio svolgono un ruolo simbolico di rilievo.
" +
"Al centro della composizione sta un albero che separa la scena. Alla sinistra di chi guarda, sta l'anziano Giuseppe col volto segnato dalle rughe, che rappresenta il peso dell'età della vita; sotto di lui il terreno è arido e coperto di pietre, con foglie secche, ormai senza vita; dalla parte opposta invece, appena al di là del lembo del bianco manto dell'angelo, la natura rifiorisce feconda ai piedi di Maria e del Bambino; ancora, dietro l’asino a sinistra il cielo appare buio, mentre sopra l’orizzonte sulla destra si vedono dei riverberi di luce, che si riflettono anche nelle acque del fiume che sta alle spalle del gruppo. In tal modo, questa costruzione artistica evidenzia un contrasto che rivela l'intenzione di alludere al passaggio pasquale dalla morte alla vita, notevoli sono le foglie dentellate ed ingiallite della quercia, che sono dipinte con la massima cura, poiché Caravaggio era convinto che gli aspetti naturalistici fossero degni di massima attenzione.
" +
"Al centro del quadro, l’angelo, ritratto di spalle ma già bellissimo, nel profilo che lascia appena indovinare, nelle sfumature della capigliatura dorata confuse a tratti con le tinte autunnali dell’albero che lo sovrasta. Nelle grandi ali nere in primo piano, a definire le due parti in cui si articola la composizione.
" +
"Ali nere, come sempre negli angeli di Caravaggio, nere come il lato oscuro che è in ogni creatura di Dio si sarebbe tentati d’azzardare. L’angelo suona il violino, suona in onore della Vergine il Cantico dei Cantici suggeritogli dallo spartito sorretto dall’anziano Giuseppe seduto su un fagotto. Quest’ultimo mostra un volto stupito ed estasiato, l’attitudine bambinesca dei piedi appoggiati uno sull’altro che trova il suo correlativo nell’innocente ingenuità di cui è pervaso lo sguardo del mulo alle sue spalle (simbolo d’ubbidienza), anch’esso fisso nella contemplazione dell’inviato divino. La parte sinistra della composizione, è dominata da toni autunnali che sembrano alludere all’età avanzata di Giuseppe.
" +
"Oltre alla presenza del soggetto umano e dell’animale, colpisce la quotidianità dei dettagli, la fuga in Egitto, viene accompagnata dalla presenza di un sacco, su cui siede il vecchio e di un grosso fiasco, chiuso da uno straccio nell’imboccatura, si tratta di due elementi solo apparentemente decorativi, perché in realtà sono caricati di forte valenza simbolica, in quanto richiamano l’eucaristia. Nel sacco infatti sta la farina per fare il pane, mentre nel fiasco è contenuto il vino. Lo straordinario naturalismo del Caravaggio, capace di raccontare un evento sacro con la stessa immediatezza con cui si darebbe conto di un avvenimento quotidiano, tocca nel Riposo, vertici elevatissimi, quali le figure di Maria e del Bambino dormienti, dal volto di questo Gesù Bambino, traspare certamente la stanchezza, ma soprattutto la serena fiducia di poter riposare tranquillo e sereno in braccio a sua madre, nella parte destra della composizione.
" +
"La Vergine, vestita di rosso, solo una coperta sulle ginocchia, siede in terra col Figlio tra le braccia, abbandonata nel riposo come qualsiasi madre stremata dalla fatica di un viaggio. Maria come una donna qualunque, pur giovane e bellissima, che dorme stringendo a sé il suo bambino, se non fosse per l’angelo, potrebbe davvero trattarsi di una famiglia di poveri fuggiaschi. Non si era mai vista prima una Madonna addormentata, così vicina alle donne comuni, anche a quelle reiette e disprezzate quali le prostitute che Caravaggio impiega come modelle per molti dei suoi capolavori. Il volto di Maria Vergine è stato da alcuni identificato con quello di Anna Bianchini, legata in una relazione turbolenta con Caravaggio, che sembra abbia posato anche per la Maddalena penitente.
" +
"La maternità è da sempre sinonimo di fecondità, e trova non a caso corrispondenza nella natura rigogliosa ritratta alle spalle della Vergine col Bambino, il panorama aperto in lontananza e il verde chiaro dell’acqua di fiume a bilanciare le tinte piuttosto spente della parte sinistra del quadro, scelta evidente anche nella varia vegetazione ai piedi della coppia sacra, in netto contrasto con le nude pietre su cui rischia di inciampare da un momento all’altro il vecchio Giuseppe. Qui non c’è ancora il forte contrasto tra luci ed ombre che caratterizzerà in seguito la pittura di Caravaggio e lo renderà celebre, ma ritroviamo già un’altra delle qualità artistiche più celebrate di questo pittore, cioè la capacità di portare in scena gli eventi biblici in una forma di dramma sacro in cui vengono esaltate la dimensione più terrena e concreta al pari della illuminazione più soprannaturale e teologica.
";
txtBiogr[index] = txtBiogr[0];
// --- OPERA 03
// --- --------
index = index + 1;
txtTitolo[index] = "Maddalena penitente";
txtAutore[index] = "Caravaggio";
txtStatus[index] = "Lo sguardo rivolto a Gesù: la vocazione della famiglia";
txtImgQuadro[index] = "maddalenapenitente.jpg";
txtImgAutore[index] = "_caravaggio.jpg";
txtAudioOpera[index] = "mp3/maddalenapenitente.mp3";
txtAudioBiogr[index] = "mp3/_caravaggio.mp3";
txtIntro[index] = "" +
"1594 - 1595 Palazzo Doria Panphilj - Roma";
txtTesto[index] = "" +
"La giovane Maddalena qui ritratta è stata riconosciuta nella prostituta Anna Bianchini, bellissima diciassettenne di bassa statura e con i capelli rossi che, legata in una relazione turbolenta con il pittore, spesso si prestava a lui come modella e che ritroviamo anche ne “La morte della Vergine” e “Il riposo nella fuga in Egitto”. In questo dettaglio il pentimento e la sofferenza del brano evangelico vengono rappresentati da una lacrima che scorre lungo la guancia e dalla posizione del capo con gli occhi rivolti a terra, quasi a ricordare l’iconografia tradizionale del Cristo crocifisso.
" +
"Il dipinto raffigura una giovane ragazza, seduta su di una sedia bassa, con le mani sul proprio grembo. La figura della donna occupa tutta la parte centrale del dipinto e nulla distoglie la nostra attenzione dalla sua posa dimessa se non fosse per quella manciata di gioielli lasciati a terra in un simbolico gesto di rifiuto delle ricchezze materiali alle quali Maddalena era dedita prima della riconciliazione spirituale con Dio. A denotare la sua professione ben più dei gioielli di una ricca dama, il vasetto di vetro con l’unguento è l’esplicito riferimento alla prostituzione di cui era caratteristico attributo. Lo stile naturalistico e di resa incredibilmente realistica dei materiali, trova nei gioielli e nel vetro una delle massime espressioni tecniche delle nature morte caravaggesche.
" +
"In questo dipinto la Maddalena veste quasi controvoglia un ricco tessuto proveniente dalla sua abitudine alla fastosità e alla ostentazione della ricchezza ma è nel contrasto con la pettinatura che vediamo il delicato passaggio che corrisponde a quello emotivo e religioso. Non vi sono trecce o acconciature che possano ricordare la sua professione come se in un impeto di autocondanna avesse sciolto ogni forma d’eleganza che permane nell’abito che ancora indossa. Le mani sono raccolte attorno al grembo in un gesto che parla di introspezione ma anche di abbandono. La resa davanti al perdono e alla giustizia divina la inducono a mettere arrendevolmente i palmi quasi rivolti verso l’alto, senza particolare compostezza. Ai polsi sono rimasti dei filamenti dei bracciali rotti e gettati a terra così come all’orecchio i lobi mostrano il rossore del foro appena liberato dagli orecchini abbandonati per sempre.
" +
"Lo sguardo della donna non è rivolto all'osservatore, ma verso il basso, in una posizione che è stata paragonata ad alcune rappresentazioni tradizionali di Gesù Cristo crocifisso. Una lacrima scende lungo la guancia al lato del naso. L’assenza di arredamento e la pavimentazione semplice fanno pensare all’interno di una casa. Per Caravaggio la riconciliazione con Dio era un fatto privato e non aveva bisogno della mediazione della Chiesa, dei suoi luoghi di culto e dei suoi rappresentanti. I soggetti popolari nelle scene religiose erano per lui indispensabili per esprimere in maniera più drammatica gli eventi, sovente avevano i tratti degli avventori di locande e bordelli che egli stesso frequentava. Per questo motivo, nelle sue rappresentazioni il divino si rivelava agli umili e, spesso, nella solitudine della preghiera.
" +
"Per ciò che riguarda la luce, come in tutte le opere del Merisi, anche in questa tela la luce gioca un ruolo fondamentale, essa taglia trasversalmente la tavola, da sinistra a destra, illuminando la protagonista ed isolando le tenebre che rimangono sul fondo della scena, a simboleggiare l’essersi lasciata alle spalle le tenebre del suo passato peccaminoso.
";
txtBiogr[index] = txtBiogr[0];
// --- OPERA 04
// --- --------
index = index + 1;
txtTitolo[index] = "Amor Vincit Omnia";
txtAutore[index] = "Caravaggio";
txtStatus[index] = "1602 - 1603 - Staatliche Museen - Berlino";
txtImgQuadro[index] = "amorvincitomnia.jpg";
txtImgAutore[index] = "_caravaggio.jpg";
txtAudioOpera[index] = "mp3/amorvincitomnia.mp3";
txtAudioBiogr[index] = "mp3/_caravaggio.mp3";
txtIntro[index] = "" +
"L’amore nel matrimonio";
txtTesto[index] = "" +
"Prima di tutto, tra i dipinti di Caravaggio, questo è in assoluto uno dei più apprezzati e conosciuti. In “Amor vincit omnia”, il soggetto del quadro è un personaggio ricorrente nei quadri di molti artisti che si sono ispirati alla mitologia greca e lo abbiamo visto in tantissime vesti; come in tanti altri quadri amore, anche in questo caso, il soggetto è Amore o Cupido e lo vediamo nel suo aspetto più tradizionale, ovvero quello di un ragazzetto dotato di ali.
" +
"Facendo bene attenzione al soggetto di Amor omnia vincit si può notare che invece di avere delle ali candide come vuole la tradizione iconografica, qui viene rappresentato con delle ali scure, che sembrano essere quelle di un falco.
" +
"A circondare il ragazzino, troviamo tanti oggetti che rappresentano le attività dell’uomo, ovvero un violino e il liuto (che rappresentano la musica), un’armatura (la guerra), una coroncina (il potere), squadra e compasso (il disegno), penna e dei fogli scritti (letteratura), fiori ed alloro (amore per la natura); tutti questi oggetti sono sovrastati dalla figura di Cupido, il quale con un sorriso sembra calpestarli, come se lui fosse al di sopra di tutte queste cose.
" +
"Il motivo che ha ispirato la nascita di quest’opera è ancora discusso: da una parte molti studiosi pensano che l’opera sia basata sulla frase amore o sui versi scritti da Virgilio all’interno delle “Bucoliche” X.69, dove egli affermava “L’amore vince tutto e noi cediamo all’amore” o in latino omnia vincit amor et nos cedamus amori. A dare maggior peso a questa ipotesi vi è nella scena rappresentata da Caravaggio un manoscritto a terra con una grande V sopra.
" +
"Un’altra corrente di pensiero suggerisce invece l’ipotesi che “Amor vincit omnia” rappresenti simbolicamente tutte le vittorie e le conquiste del marchese Vincenzo Giustiniani, e di conseguenza tutti gli elementi della scena starebbero a rappresentare una vittoria o un tratto positivo di questa persona; a dare maggiore adito a questa ipotesi c’è il forte apprezzamento ed interesse da parte dello stesso Giustiniani, il quale ha sempre ammesso di amare quest’opera sopra tutte le altre realizzate da Caravaggio, e questo interesse era reso ancora più seducente da una tendina verde che ricopriva la stessa e che il marchese toglieva solo per pochi selezionati ospiti.
" +
"L’idea che Caravaggio contribuisce a creare con “amore vincit omnia” è molto interessante: si tratta di un bel ragazzino; Richard Symons, nella pagina del suo Diary (1650) dedicata a questo dipinto parla di un modello di nome Checco di Caravaggio (Checco, Cecco, è diminutivo di Francesco), che va identificato come Francesco Boneri detto Cecco del Caravaggio, il quale però non è ritratto perfettamente, (come si può notare dai denti storti), scardinando quindi il tradizionale canone della perfetta bellezza degli dèi per lasciare spazio ad una bellezza realistica e soprattutto umana.
" +
"In tanti altri quadri di Caravaggio, i protagonisti delle opere erano ritratti dal vivo, ma nel caso di “amor vincit omnia”, tale scelta è abbastanza discussa, poiché Cupido ricalca troppo la posizione della “Vittoria” di Michelangelo, al quale molto probabilmente si è ispirato. L’amore vincitore Caravaggio, sembrerebbe quindi uno dei quadri amore, ispirato però ad un ulteriore lavoro del Merisi.
";
txtBiogr[index] = txtBiogr[0];
// --- OPERA 05
// --- --------
index = index + 1;
txtTitolo[index] = "Adorazione dei pastori";
txtAutore[index] = "Caravaggio";
txtStatus[index] = "L’amore che diventa fecondo";
txtImgQuadro[index] = "adorazionedeipastori.jpg";
txtImgAutore[index] = "_caravaggio.jpg";
txtAudioOpera[index] = "mp3/adorazionedeipastori.mp3";
txtAudioBiogr[index] = "mp3/_caravaggio.mp3";
txtIntro[index] = "" +
"1609 - Museo regionale - Messina";
txtTesto[index] = "" +
"L'opera venne eseguita durante il passaggio dell'artista dalla Sicilia, in seguito alla sua fuga dalle prigioni di Malta. Nel corso del suo breve soggiorno a Messina, Caravaggio ricevette dal senato della città l'incarico della realizzazione di una pala d'altare che avrebbe ornato l'altare maggiore della chiesa di Santa Maria della Concezione, retta dai padri Cappuccini. In cambio, il senato prometteva all'artista il compenso di mille scudi, una delle più alte cifre della sua carriera.
" +
"Con quest'opera, il pittore inaugura il cosiddetto genere della Natività Povera, che avrà grandissima fortuna nella pittura sei-settecentesca. La scena è ambientata all'interno di una stalla: Maria, sfinita dal viaggio e dal successivo parto, giace sdraiata per terra, e regge in grembo il bambinello che dorme. Dinanzi a loro, San Giuseppe ed i pastori, uno dei quali si distingue per la spalla scoperta, sono disposti in maniera da formare una croce, mentre sullo sfondo il bue e l'asino fungono quasi da quinta insieme alla mangiatoia.
" +
"L’opera purtroppo è andata distrutta dopo un grande terremoto nel 1908. Oltre questo quadro anche altre opere sempre di Caravaggio avevano come destinazione l’altare maggiore.
" +
"Nel quadro il primo elemento che salta all’occhio è senza dubbio la Vergine sdraiata a terra, la cui posa ricorda iconograficamente quelle movenze che abbiamo già visto anche nella tradizione bizantina, lasciando presagire l’interesse che Caravaggio ha avuto per l’arte del passato e mostrando grande rispetto nei confronti di quest’ultima.
" +
"La posizione della Vergine, molto umile, potrebbe indicare anche la possibile committenza povera, e a dar maggior adito a questa tesi potrebbe essere l’intera composizione del quadro, dove i pastori si avvicinano al Bambino quasi come se stessero cercando di riscaldarlo, proprio come fa una famiglia che non ha molto e può scaldarsi solo in questo modo.
" +
"I pastori, i quali si avvicinano stupiti nel guardare il Re dei Re, “assorbono” la luce divina trasmessa dalla Vergine Maria e suo figlio, che come un raggio di luce color bronzo, si riflette sui volti degli osservatori e sui loro abiti.
" +
"L’ambiente in cui è settata la scena è molto povera e corrisponde al racconto biblico, con gli animali qualche pezzo di legno qui e là, un tovagliolo, una pagnotta e una pialla da falegname, in tre toni di bianco, bruno, nero, il tutto si restringe a un’essenza disperata, immobili, proprio come se fossero degli elementi puramente decorativi, e da questa povertà emergono i protagonisti della scena, che già attraverso la luce di cui abbiamo parlato prima, trasmettono all’osservatore una sensazione di fortissima ricchezza spirituale, ovvero quella che è veramente importante e che rende la ricchezza terrena inutile.
";
txtBiogr[index] = txtBiogr[0];
// --- OPERA 06
// --- --------
index = index + 1;
txtTitolo[index] = "Conversione di S. Paolo (1° versione- Odescalchi)";
txtAutore[index] = "Caravaggio";
txtStatus[index] = "1600 - 1601 - collezione privata Odescalchi- Roma";
txtImgQuadro[index] = "conversionedispaolo.jpg";
txtImgAutore[index] = "_caravaggio.jpg";
txtAudioOpera[index] = "mp3/conversionedisanpaolo.mp3";
txtAudioBiogr[index] = "mp3/_caravaggio.mp3";
txtIntro[index] = "" +
"Alcune prospettive pastorali";
txtTesto[index] = "" +
"La tavola esce dal primo intervento completo di restauro, pulizia e indagini scientifiche, 'Era molto sporco, ora abbiamo un bellissimo dipinto pieno di particolari, di altissima qualità, con un aspetto che spicca: l'estrema varietà di colori'. Un'operazione che fra l'altro non costa nulla alla soprintendenza, grazie agli Odescalchi che hanno coperto i costi del restauro. Caravaggio qui a usato tutti i colori disponibili della tavolozza. Un esempio che ha particolarmente colpito le restauratrici: per le piume di struzzo sull'elmo dell'armigero Caravaggio ha usato tutte le terre che esistono. E che colori sono usciti fuori. La manica del Cristo che scende dall'alto, assistito da un angelo che è un tipico ragazzotto romano, prima era grigio scuro, quasi marrone, ora è rosa-violacea'.
" +
"La mezza corazza dell'anziano armigero, dalle palpebre pesanti, che occupa il centro della scena sopra a Saulo disarcionato da cavallo, ora è piena di riflessi di luce e lo scudo, di un freddo verde malachite, ha rivelato il bordo in foglia d'oro come la mezzaluna al centro. Anche il braccio destro che impugna una lancia, rivela i muscoli in tensione nella parte illuminata e nella parte in penombra. Come finalmente si gode il verde delle foglie del pioppo che fa da sfondo, piegato e diviso dall'irrompere del Cristo e dell'angelo.
" +
"Nella irregolare barba grigia a punta dell'armigero che Caravaggio ha reso vaporosa, soffice, il pittore riesce ad isolare con la luce, a far galleggiare, alcuni fili bianchi. Ma Caravaggio si è esercitato in modo sopraffino a distribuire i riflessi della luce che scende dall'alto, dalla destra. Notiamo l'orecchio e l'occhio visibili del cavallo, le foglie del pioppo, il crinale dell'ala e una punta bianca sulla narice dell'angelo, la narice sinistra del Cristo con un gioco di riflesso, il crinale del muso del cavallo, la linea del posteriore e della zampa e giù fino ad illuminare, ancora di riflesso, lo zoccolo. Ancora, le mezze maniche dell'armigero, di un bianco freddo che quasi le rende inamidate 'e illuminano tutta la zona'.
" +
"Saulo forse è ripreso nel momento di piombare a terra come dimostrerebbe la posizione sollevata e obliqua della spada. L'elmo è già a terra perché strappato da Saulo nella concitazione delle mani che sono subito corse a coprire gli occhi quando all'improvviso, come riferiscono gli Atti degli Apostoli, mentre era in viaggio per Damasco, 'lo avvolse una luce dal cielo e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: 'Saulo, Saulo, perché mi perseguiti ?'.
" +
"Della maglia che Saulo indossa a pelle, con le strisce svolazzanti, scopriamo una insospettata consistenza che mette a rilievo i muscoli del petto i capezzoli, l'ombelico. E poi quelle lacche del manto rosso, arrotolato, a contrasto col verde scuro della fascia che attraversa petto e vita e serve a sorreggere la spada'.
" +
"La pulizia ha reso ben visibile la zona alle spalle dell'armigero, con il secondo soldato tutto piegato a proteggersi la testa con la mano guantata dell'armatura piena di riflessi. Su questa testa si ha un 'sospetto' che si vuole vagliare attentamente, che cioè sia un autoritratto del Caravaggio come fanno pensare il taglio dei capelli, il taglio del naso, con quello schiacciamento come avesse ricevuto un pugno, accidente del tutto normale col Caravaggio e la sua fregola di menare mani e spada.
" +
"Qualcuno pensa che siamo a mezzogiorno, ma la luce è troppo soffusa, troppo particolare, fa pensare all'alba, ma in quei tempi non si viaggiava di notte perché non era troppo salutare neppure a degli armati, quindi rimane il tramonto, con quella luce bassa. Il gruppo di Saulo stava per arrivare a Damasco come farebbero pensare quelle microscopiche tre torri sullo sfondo, segno avamposto della città. Sfondo di cui rimane ancora da capire la fascia più vicina alla terra i cui riflessi fanno pensare ad una striscia di mare.
" +
"La figura del Cristo è incisa completamente, lo scudo dell'armigero abbastanza, ma per Caravaggio le incisioni non costituiscono una guida assoluta, vediamo come caso più lampante quello del volto di Saulo di cui incide i vari particolari, gli occhi, il profilo, tuttora visibilissimi ad occhio nudo, e poi ci dipinge sopra le mani, lo nasconde completamente. Anche i pentimenti non sono sfuggiti, Cristo, prima era senza barba. L'armigero non impugnava una lancia, ma un lungo pugnale, la posizione di Saulo era diversa: il braccio sinistro era più in alto, a coprirsi la testa.
" +
"Alcuni studi stanno scandagliando la concretezza dell'interesse di Caravaggio per l'epilessia in questo e in altri dipinti. La bava del cavallo nella tavola della 'Conversione' chiaramente collegata alla malattia, all'apparenza è la prima volta che viene raffigurata nella storia dell'arte (se si escludono i cavalli sotto sforzi pesanti come una carica o lunghe galoppate). Tipica degli epilettici è la posizione per terra di Saulo che tradizionalmente viene considerato epilettico ed è noto che l'apostolo era afflitto da un pungiglione che trafigge la carne il cui nome in greco, 'morso', era usato nell'antichità per definire la follia o l'epilessia. E si riteneva che le crisi epilettiche venissero provocate da lampi o luci improvvise.
" +
"Ma tutta la 'Conversione Odescalchi' è piena di riferimenti all'epilessia. La pianta di verbasco, indicata dalla punta della spada di Saulo, serviva a prevenire gli attacchi, come le piume di struzzo sull'elmo dell'armigero. I semi tritati del pioppo, bevuti con aceto, erano un espediente per prevenire gli attacchi. I fiocchi (sul soldato, fra i capelli dell'angelo, sulla coda del cavallo) erano amuleti contro l'epilessia e si ritrovano in molti quadri di Caravaggio (come i ramarri, eccetera).
";
txtBiogr[index] = txtBiogr[0];
// --- OPERA 07
// --- --------
index = index + 1;
txtTitolo[index] = "Madonna dei Palafrenieri";
txtAutore[index] = "Caravaggio";
txtStatus[index] = "1606 - Galleria Borghese - Roma";
txtImgQuadro[index] = "madonnadeipalafrenieri.jpg";
txtImgAutore[index] = "_caravaggio.jpg";
txtAudioOpera[index] = "mp3/madonnadeipalafrenieri.mp3";
txtAudioBiogr[index] = "mp3/_caravaggio.mp3";
txtIntro[index] = "" +
"Rafforzare l’educazione dei figli";
txtTesto[index] = "" +
"L'opera venne commissionata all'artista il 31 ottobre 1605 dalla Arciconfraternita dei Palafrenieri Pontifici del cardinal Colonna ed era destinata all'altare della loro cappella nella nuova basilica di San Pietro, dove avrebbe dovuto sostituire un vecchio dipinto raffigurante la tradizionale S. Anna Metterza (oggi conservato nella Sagrestia Vecchia), non più compatibile con le dimensioni del rinnovato allestimento dell'altare. Nella sua sede originaria rimase però solo pochi giorni, perché l'opera fu poi trasferita nella chiesa di Sant'Anna dei Palafrenieri.
" +
"La tela raffigura L'immacolata Concezione secondo il passo del Genesi (III.15 ) : 'Io porrò inimicizia fra te e la Donna, fra il seme tuo ed il seme di lei: Esso ti schiaccerà il capo e tu lo insidierai al calcagno' Tre personaggi sono presenti: la Madonna, Gesù bambino e Sant'Anna (patrona dei Palafrenieri). La protagonista del dipinto è Maria. E' una donna popolare, dallo sguardo fiero e dalla bellezza prepotente.
" +
"L'espressione del suo viso è perentoria. E' lei a decidere, è lei a operare. E' lei che sa come fare. Prende il bambino sotto le ascelle, lo sostiene, lo indirizza, lo dirige. E' poi lei a spingere il suo piede sulla testa del serpente per schiacciarlo. Ma il bambino è chiamato a imitarla. A poggiare il piede sopra il suo. A imparare come si fa. E per schiacciare il male bisogna guardarlo bene, guardare bene. Prendere le misure.
" +
"I primi due personaggi appaiono molto più dinamici rispetto a Sant'Anna. La Santa segue solo con lo sguardo l'azione e sembra una 'enorme bronzea figura'. C'è un ottimo gioco di volumi e un'armonia di solidi a contrasto, ad esempio, il petto della Madonna e le pieghe dei vestiti, che conferiscono una estrema verosimiglianza al dipinto. Infine, la luce gioca un ruolo fondamentale nel dipinto: una proviene da sinistra ed ha il ruolo di formare le immagini ed il volume, l'altra proviene dall'alto e potrebbe simboleggiare, il lume della Grazia divina. Per rappresentare il serpente, le cui spire ricordano il serpente di bronzo sulla colonna in Sant'Ambrogio a Milano, il pittore si è evidentemente ispirato a un cervone.
" +
"Stando alle fonti, Caravaggio ottenne come pagamento per la realizzazione di questo quadro solo 70 scudi; questo piccolo compenso era legato senza dubbio alle innumerevoli e violente vicissitudini che riempirono la sua vita, e che lo stavano portando lentamente al declino.
" +
"L’opera suscitò grande clamore e venne rifiutata dai committenti per vari motivi: prima di tutto destò scandalo la rappresentazione di un Gesù Bambino troppo grande per essere rappresentato nudo, poi la Vergine aveva un’eccessiva scollatura e non tutti erano d’accordo che la modella che aveva posato per questo quadro, ovvero Lena, fosse una prostituta; in seguito altri criticarono anche il distacco di Sant’Anna nella scena proposta, negando quindi il suo ruolo di Grazia, (poiché nell’iconografia tradizionale Sant’Anna rappresenta la Grazia) nella redenzione.
" +
"Queste non furono le uniche critiche, poiché altri cattolici criticarono anche l’eccessivo coinvolgimento da parte di Gesù nello schiacciare il serpente: il bambino infatti sembra che si stia divertendo, e questo atteggiamento ha portato alla condanna dell’opera da parte di molti etichettandola come eretica.
" +
"L’opera insomma sollevò un polverone e venne rifiutata dai committenti, giungendo infine ad essere venduta per soli 100 scudi alla famiglia Borghese.
";
txtBiogr[index] = txtBiogr[0];
// --- OPERA 08
// --- --------
index = index + 1;
txtTitolo[index] = "Sette opere di misericordia";
txtAutore[index] = "Caravaggio";
txtStatus[index] = "1607 - Pio monte della Misericordia - Napoli";
txtImgQuadro[index] = "setteoperedimisericordia.jpg";
txtImgAutore[index] = "_caravaggio.jpg";
txtAudioOpera[index] = "mp3/setteoperedimisericordia.mp3";
txtAudioBiogr[index] = "mp3/_caravaggio.mp3";
txtIntro[index] = "" +
"Accompagnare, discernere e integrare la fragilità";
txtTesto[index] = "" +
"La scena è ambientata in un vicolo buio angusto e sinistro, impregnato di umidità odori, è la Napoli del primo seicento, un po’ caotica e invivibile, che accoglie Caravaggio in fuga da Roma.
" +
"E’ un miracolo quello che avviene questa notte , perché tutti hanno improvvisamente deciso di fare del bene, e improvvisamente appare anche la Madonna con il Bambino, in alto, che sembra una giovane donna qualsiasi che si affacci da una finestra per conoscere la ragioni di quegli schiamazzi, se non fosse per quegli angeli-scugnizzi dalle grandi ali che la sorreggono.
" +
"A destra in basso si vede la scena delle prime due opere di misericordia:
" +
"DAR DA MANGIARE AGLI AFFAMATI E VISITARE I CARCERATI
" +
"Entrambe le opere di misericordia sono concentrate all’interno di una singola scena presente sul lato sinistro della tela. Il protagonista dell’episodio è Cimone, il quale venne condannato a morire di fame all’interno del carcere. L’uomo riuscì a salvarsi grazie al nutrimento datogli dal seno della figlia Pero (“dar da mangiare agli affamati”) e (“visitare i carcerati”) e successivamente, in virtù di tale evento l’uomo venne liberato.
" +
"In questo episodio si può notare l’eccezionale abilità pittorica di Caravaggio, il quale ha posto grande attenzione nel riportare su tela dei dettagli incredibili, come la goccia di latte sulla barba di Cimone.
" +
"DAR DA BERE AGLI ASSETATI
" +
"La seconda opera in questa composizione è simbolicamente rappresentata da un uomo scuro e scarsamente illuminato sulla sinistra della tela in secondo piano. Quest’uomo è Sansone, il quale viene riportato su tela mentre sta bevendo acqua da una mascella d’asino: secondo le storie che lo vedono protagonista, riuscì a sopravvivere nel deserto grazie al Signore che fece sgorgare acqua dal nulla.
" +
"VESTIRE GLI IGNUDI E VISITARE GLI INFERMI
" +
"Queste due opere sono rappresentate dal piccolo gruppo di persone presenti sulla sinistra. dove un cavaliere sta donando un mantello ad un pover’uomo rappresentato di spalle (“vestire gli ignudi”). Per quanto riguarda la seconda opera di misericordia, invece lo stesso cavaliere è legato all’uomo storpio più a sinistra. Il cavaliere protagonista è San Martino di Tours.
" +
"ALLOGGIARE I PELLEGRINI
" +
"Altra opera di misericordia che possiamo trovare sempre nel gruppo all’estrema sinistra dell’opera, dove si trovano due figure accanto a quella del cavaliere citato precedentemente. Alla sinistra di Sansone, si trova un uomo che sta dialogando con un altro uomo con un cappello, mentre indica un punto all’esterno; l’altro interlocutore accenna a seguirlo, ed è identificabile come un pellegrino, grazie alla presenza della conchiglia sul cappello, simbolo del pellegrinaggio a Santiago de Campostela.
" +
"SEPPELLIRE I MORTI
" +
"L’ultima opera è rintracciabile sul lato destro della composizione, proprio accanto a Pero, la figlia di Cimone, dove si possono scorgere i piedi di un defunto, ed accanto a quest’ultimo un uomo che sta trasportando il corpo, accompagnato da un altro uomo con la fiaccola e che illumina discretamente la scena.
";
txtBiogr[index] = txtBiogr[0];
// --- OPERA 09
// --- --------
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txtTitolo[index] = "Cena di Emmaus";
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txtStatus[index] = "1601 - Pinacoteca di Brera - Milano";
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txtAudioBiogr[index] = "mp3/_caravaggio.mp3";
txtIntro[index] = "" +
"Spiritualità coniugale e familiare";
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"Il rimando immediato è alla tela col medesimo soggetto del 1601 e conservata a Londra; ma mentre nella prima c'era più luce e la composizione era più complessa, qui la scena è estremamente semplice e scura, con pochi oggetti sul tavolo che creano profonde ombre. Rispetto alla tela giovanile, il momento qui raffigurato è successivo, in quanto il pane appare sulla tavola già chiaramente spezzato. Caravaggio vuole evidentemente rappresentare il momento del congedo. Al posto dell'accurata natura morta che compariva sulla tavola dell'opera londinese, che comprendeva una splendida canestra di frutta molto simile alla celebre canestra conservata all'ambrosiana, qui compaiono solo pochi elementi poveri e dimessi: il pane, la brocca dell'acqua, due semplici piatti. La gamma cromatica è notevolmente ridotta, tendente al monocromo, con poche tinte terrose dalle quali si stacca soltanto l'azzurro della tunica di Cristo.
" +
"Lo stile abbandona decisamente la grande accuratezza che aveva caratterizzato le opere giovanili, dove venivano enfatizzati i dettagli in grado di conferire verità e concretezza alla scena. Qui la resa più sommaria contribuisce a focalizzare l'attenzione sul forte contenuto emotivo del soggetto, che colpisce fortemente lo spettatore non più distratto dalla minuzia dei particolari. permangono comunque brani di notevole naturalismo che mostrano l'eccezionale perizia dell'autore, quali il contrasto fra le due mani appoggiate alla tavola, giovane e delicata quella del Cristo, segnata dal sole e dalla fatica quella del pellegrino.
" +
"Il Cristo di Brera non ha più nulla a che vedere con quello androgino di Londra: qui è un uomo stanco, col viso profondamente segnato dal dolore e dalle fatiche. Grande attenzione è posta anche nella descrizione dell'aspetto umile e dimesso dei pellegrini, dell'oste e della serva, indugiando sui volti e sui colli rugosi come già nella celebre e di poco precedente Madonna dei Pellegrini.
" +
"Con quest'opera, Caravaggio inaugura quello che sarà l'ultimo periodo della sua vita, caratterizzato dalla notevole riduzione dei personaggi che sembrano quasi ritirarsi a favore dello spazio, e dalla progressiva drammatizzazione della luce, non più potente come negli anni romani, ma più scura, o tragicamente guizzante.
";
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