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È risorto .. .. .. non è qui.
il tempo pasquale che stiamo vivendo è il tempo del Risorto, del vivente che cammina con noi. Come per i discepoli di Emmaus c’è bisogno che Lui ci apra la mente alle Scritture, ci riscaldi il cuore, ci renda testimoni capaci di tornare sui nostri passi ad annunciarLo a tutti. Innanzitutto vorrei richiamare alcune espressioni delle omelie di papa Benedetto in occasione del Triduo Pasquale. Più volte il Papa ha sottolineato che quanto viene celebrato non appartiene al passato, non ammette neutralità e “ci invita a trovare la nostra posizione e a incamminarci sulla strada della verità, del coraggio e dell’amore”. Inoltre, il papa dice: “ come possiamo comprendere che attraverso il Battesimo avviene anche per noi realmente una trasformazione per una vita nuova?” Il papa risponde che: proprio perché la risurrezione ci raggiunge ed afferra, noi possiamo e dobbiamo dire con le parole di S. Paolo“non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Gal. 2,20). Questo significa che: “noi viviamo mediante la comunione esistenziale con Lui, mediante l’essere inseriti in Lui che è la vita stessa”. Il mio proprio io mi viene tolto e viene inserito in un nuovo soggetto più grande”. “La vita ci viene dall’essere amati da Colui che è la vita; ci viene dal vivere – con e dell’amare – con Lui.” Questo insegnamento trovi in noi la dovuta accoglienza e il dovuto approfondimento. Il mese di maggio ci vede pellegrini in vari luoghi del paese per la S. Messa e la devozione alla Vergine. La custodia di alcuni segni religiosi ravvivi in noi il senso della fede, l’appartenenza alla chiesa e alle nostre tradizioni. Grazie a tutte quelle persone che in forma anonima non lasciano mai mancare la pulizia, i fiori, i lumi davanti alle varie immagini mariane. Diverse famiglie in questo mese sono coinvolte per i sacramenti dell’iniziazione cristiana. Anche questi momenti non siano soprattutto un atto di socializzazione della chiesa ma gesti condivisi nella fede. Sempre più genitori e catechisti si prodigano per preparare le celebrazioni. Mi auguro che anche le rispettive veglie siano partecipate e ne derivi un coinvolgimento della vita. Non è opportuno, per motivi di affetto, “travolgere” i ragazzi con regali e infatuazioni. Scelte di sobrietà e di carità creano un clima più vero, più opportuno e di coerenza. Da ultimo vorrei ricordare un’espressione del Beato don Luigi Monza: vedendo il mondo attuale allontanarsi da Dio e ritornare al paganesimo, si propongano di penetrare nella società moderna con lo spirito degli apostoli e con la carità dei primi cristiani per far assaporare la spiritualità del vangelo e far gustare la gioia di vivere da fratelli in Cristo”. Lo Spirito degli Apostoli e la carità dei primi cristiani siano il contesto nel quale vivere ogni attività e soprattutto le proposte educative dell’estate: La Vergine Santa sia per tutti modello e Madre. don Giovanni Rigamonti |