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Mercoledì 03 Luglio 2024
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QUESTIONE DI CUORE
Drammatico
di Francesca Archibugi
con Antonio Albanese, Francesca Inaudi, Micaela Ramazzotti, Kim Rossi Stuart, Paolo Villaggio
110 minuti - Italia '08

È un film molto italiano Questione di cuore; ma per classificarlo, la più efficace sembra l' espressione inglese comedy-drama: quel tipo di storia dove commedia e dramma si fiancheggiano di continuo, gestendo alternativamente le emozioni dello spettatore. Drammatico l' incipit: in montaggio parallelo,i due protagonisti finiscono al pronto soccorso per attacco cardiaco. Angelo sembra l' erede dei semplici "poveri ma belli" della nostra commedia nazionale; anche se, col suo lavoro di carrozziere, provvede bene a una famiglia già numerosa: moglie incinta, Rossana, una figlia adolescente, un ragazzino. Quanto ad Alberto, pare il suo opposto speculare:è colto e sarcastico, dissipatore, instabile negli umori come nei sentimenti. L' incontro, in sala rianimazione, genera una strana-coppia. Accomunati dalla malattia, i due diventano grandi amici: come se ciascuno fosse l' unico capace di capire stato d' animo, fragilità e speranze dell' altro. Il sodalizio cambia soprattutto la vita Alberto, che va ad abitare con Angelo e i suoi; finché l' aggravarsi delle condizioni del secondo non innesca un processo di cui sarebbe peccato dire di più. Storia (tratta dal romanzo semi-autobiografico di Umberto Contarello) di un grande gesto d' amore, il film è - si diceva - anche una commedia, spesso divertente ma senza rinunciare a motivare l' evoluzione psicologica dei caratteri. Angeloe Alberto subiscono una regressione: già l' amicizia (come l' amore) è regressiva; loro però, dopo la paura, recuperano l' ingenuità un po' cialtrona e disarmata degli adolescenti. Benché sembri un film declinato al maschile, Francesca Archibugi rivolta delicatamente le carte mettendo al centro di tutto una donna, Rossana, intorno alla quale ruotano gli avvenimenti. L' andamento del racconto è verosimile, senza forzature, con particolari accurati, simboli discreti (la Rolls bianca e la 500 nera), acute notazioni d' ambiente (il Pigneto, dov' è la casa di Angelo). Unica nota stonata, forse, la visita ad Alberto, degente in ospedale, dei vip del nostro cinema; con Carlo Verdone che si fa il verso, simpaticamente fuori luogo. Ma, se lo sono, si tratta di peccati veniali. Il cast principale, quello funziona molto bene; e Albanese, in un "carattere" insolito per il nostro cinema, è davvero eccellente.
Roberto Nepoti (La Repubblica)
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