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Mercoledì 03 Luglio 2024
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THE QUIET GIRL
Drammatico
di Colm Bairéad
con Catherine Clinch, Carrie Crowley, Andrew Bennett, Michael Patrick Carmody
97 minuti - Irlanda 2022

Il silenzio può raccontare l'universo interiore di un personaggio con altrettanta efficacia delle parole? È l'assunto che sembra voler dimostrare il film di Colm Bairéad, documentarista al suo primo lungometraggio di finzione, a partire dal titolo: una "ragazza tranquilla", abituata a rimanere chiusa in se stessa e a non dar voce ai propri pensieri, specialmente in uno spazio domestico in cui - lo recepiamo fin dalle sequenze iniziali - fatica a sentirsi amata. Il silenzio di Cáit, una bambina irlandese di nove anni, è dunque il punto di partenza della nostra recensione di The Quiet Girl, sceneggiato e diretto da Colm Bairéad a partire dal romanzo breve Foster di Claire Keegan e candidato all'Oscar come miglior film internazionale del 2022: la prima nomination in assoluto in questa categoria per una pellicola prodotta in Irlanda, resa possibile dalla scelta di far recitare gli attori in lingua gaelica. L'ambientazione di The Quiet Girl, ma prima ancora dell'opera di Claire Keegan, è l'Irlanda rurale del 1981, ma l'anno in questione ha ben poca rilevanza: quella narrata da Colm Bairéad è una storia di carattere universale, e lo scenario in cui si svolge l'estate della piccola Cáit risulta privo di riferimenti cronologici precisi, collocandosi piuttosto in un tempo sospeso, interiore. Così come è una prospettiva interiore, del resto, quella assunta dal film stesso, che sposa appieno il punto di vista di Cáit, ruolo affidato all'espressività dell'esordiente Catherine Clinch. Inserendosi nella lunga tradizione dei coming of age sui piccoli terremoti emotivi dell'infanzia, The Quiet Girl ci fa penetrare nella quotidiana solitudine di Cáit, nel senso di inadeguatezza che la opprime tanto a scuola, quanto fra le pareti di casa, dove la freddezza dei suoi genitori è perfino accresciuta dalla nuova gravidanza di sua madre (Kate Nic Chonaonaigh). A incrinare la barriera che la bambina ha visto erigere attorno a sé è l'estate trascorsa presso una cugina di sua madre, Eibhlín Cinnsealach (Carrie Crowley), e di suo marito Seán (Andrew Bennett): una coppia a sua volta non troppo loquace, ma che non esita a riversare sulla giovanissima ospite un'ampia quantità di premure e di affetto. E il film, in fondo, è tutto qui: nella cronaca di un'estate diversa dalle altre, in cui Cáit farà esperienza di un'attenzione e di un calore che non aveva mai conosciuto prima di allora. Un calore a cui, sul piano visivo, corrisponde la fotografia morbida e avvolgente di Kate McCullough, tale da permeare la casa di Seán ed Eibhlín di una grazia leggiadra, di natura quasi trascendentale. L'approccio minimalista di Colm Bairéad si riflette sulla capacità di cogliere le sfumature insite negli sguardi e nei piccoli gesti dei personaggi, nonché nel pudore con cui ci presenta l'unico 'sussulto' narrativo del film, relativo al disvelamento di un trauma legato al passato dei coniugi Cinnsealach. Rinunciando a qualunque tentazione di enfasi, The Quiet Girl ci suggerisce la presa di coscienza della protagonista, la sua potenziale apertura rispetto al mondo esterno, proprio attraverso il modo in cui Cáit arriverà a comprendere davvero Seán ed Eibhlín: il dolore nascosto dietro la gentilezza dei due maturi zii nei confronti della nipote, destinata a lasciare il loro tetto con la fine dell'estate e l'approssimarsi della scuola, in un congedo di toccante semplicità.
Stefano Lo Verme (Movieplayer.it)
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