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LICORICE PIZZA
Drammatico
di Paul Thomas Anderson
con Alana Haim, Cooper Hoffman, Sean Penn, Tom Waits
133 minuti - USA 2021

"Ci allontaniamo e poi ci ritroviamo più vicini". Lo cantava Lucio Battisti in quell'inno all'amore più puro che era e rimane La collina dei ciliegi. Era il lontano 1973. Lo stesso anno in cui è ambientato il nuovo, splendido film firmato Paul Thomas Anderson. Apriamo la nostra recensione di Licorice Pizza con una frase che racchiude alla perfezione questa splendida avventura sentimentale. Un viaggio nei ricordi giovanili di un regista che mette da parte il cinismo degli adulti esplorati ne Il filo nascosto. Niente amori tossici nella San Ferdinando Valley, solo due innamorati che seguono il cuore e la pancia. Due innamorati che, come cantava Battisti, si allontanano, si avvicinano e si rincorrono tutto il tempo. Perché Licorice Pizza non sta davvero fermo un attimo. Come una pallina dentro un flipper, come due ragazzi su un materasso ad acqua. O meglio, come un vinile nel giradischi, ovvero il feticcio che dà il titolo al film. Infatti "Licorice Pizza" era il nome di un negozio californiano di vinili, gioco di parole che richiamava la forma simile a una "pizza di liquirizia" dei dischi. E va detto che Paul Thomas Anderson ne mette su uno davvero orecchiabile, con un ritornello che ti rimane dentro come fanno solo gli amori della giovinezza. Lui ha un passato da attore bambino. Ha sfiorato la fama, è ambizioso, ha 15 anni ma la mentalità da adulto "self made man". Lei è l'assistente di un fotografo, di anni ne ha quasi dieci di più, ma non ha ancora capito cosa voglia fare da grande. Un giorno succede che il piccolo Gary e la non ancora grande Alana si incontrano a scuola, durante il giorno delle foto di classe. I due si piacciono, si intrigano, ma non è la solita cotta. Non c'è altro da aggiungere alla trama di Licorice Pizza. Perché Paul Thomas Anderson ha girato un film di ricordi, e i ricordi non sono lineari, non seguono i binari, ma saltellano da un posto all'altro facendo venire a galla squarci, segmenti, puntini da unire. Succede anche in questo film dal montaggio emotivo, che preferisce rievocare più che raccontare, mostrare senza dire. Di Licorice Pizza si può raccontare davvero solo la scintilla da cui nasce lo strano rapporto tra i due protagonisti, perché tutto il resto è un travolgente viaggio emozionale che va vissuto in sala, facendosi trasportare da colori, musiche e la ricostruzione appassionata di un'America vitale e inquieta come quella degli anni Settanta. La grandezza di Paul Thomas Anderson è tutta lì: nella capacità di mettere al centro una storia d'amore (o meglio d'innamoramento) tra due persone senza fermarsi lì. Perché nel frattempo rievoca a meraviglia l'immaginario della sua California strabordante di sogni e di illusioni, incarnate anche dalle ambizioni un po' goffe di Gary e Alana, sospesi tra l'essere dipendenti e imprenditori l'uno dell'altro. Pensandoci bene, Licorice Pizza poteva essere solo un film. È una storia si può raccontare solo al cinema e col cinema. Perché Paul Thomas Anderson ci regala soprattutto immagini emblematiche, singoli frame fotografati con amore che ti raccontano un'epoca intera e un momento di vita specifico come l'adolescenza che sta finendo oppure non vuole finire mai. Un film impregnato di cinema puro: ovvero fatto di immagini e movimento, che vive di sguardi, espressioni, gesti e posture. E si capirebbe anche da muto, magari lasciando giusto Life on Mars di David Bowie a esplodere in sottofondo. "Out of gas. Rent a bike". Questo si legge fuori dai distributori della California. La benzina è finita, bisogna correre. Come faranno Gary e Alana tutto il tempo, correndo e rincorrendosi. Sono loro il cuore pulsante di Licorice Pizza, ma è un cuore che non è facile da definire. La loro non è la classica infatuazione giovanile. E nemmeno la tipica storia d'amore. O meglio, non solo. Questi due ragazzi lontani solo all'anagrafe sono anime gemelle che si attraggono e si respingono, perché vivono anche di grandi contraddizioni. Tra loro c'è ammirazione ma anche competizione, gelosia e invidia, l'ingenuità del primo amore e il cinismo dell'adolescenza. Un rapporto spontaneo, pieno di sfumature sottili, delineato a meraviglia da due esordi folgoranti. Alana Haim e Cooper Hoffman sono di una spontaneità disarmante. Magnetici, goffi e maliziosi allo stesso tempo, i due protagonisti si mangiano il film, divorando la loro pizza alla liquirizia a piccoli morsi. Alana Haim ha un volto nuovo e familiare allo stesso tempo, bellissimo nelle sue imperfezioni. Cooper Hoffman si muove già con la disinvoltura dei grandi e ogni tanto rievoca gli sguardi impacciati del suo papà che ci manca tanto, ma promettiamo che sarà la prima e ultima volta che scomoderemo questo inevitabile confronto pesante. Ispirato dall'innamoramento che riempie e svuota come solo lui sa fare, Licorice Pizza è davvero un 33 giri irrequieto: lei rincorre lui, lui rincorre lei. Tutti scappano, si prendono, si lasciano. Uno slancio vitale perpetuo e disinibito in cui solo i ragazzi sembrano autentici, mentre gli adulti sono tutti grotteschi, schizzati e sopra le righe (come l'indimenticabile personaggio cult affidato a Bradley Cooper). Paul Thomas Anderson ha l'onestà di riconoscersi nelle pulsioni della loro gioventù, parlandoci in modo sincero del grande desiderio dentro ognuno di noi: piacere agli altri. Se non a tutti. Almeno a qualcuno.
Giuseppe Grossi (Movieplayer.it)
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