Animazione di Lorenzo Mattotti con le voci di Toni Servillo, Antonio Albanese, Linda Caridi 82 minuti - Francia, Italia 2019
Da amanti dell'animazione, non possiamo che gioire nel vedere un film d'animazione di alto livello firmato da un Italiano e presentato in un festival prestigioso come quello di Cannes. È il primo punto che ci teniamo a evidenziare nella nostra recensione de La famosa invasione degli orsi in Sicilia, ancor prima di scendere nei dettagli e spiegare perché e quanto sia convincente l'opera diretta da Lorenzo Mattotti e tratta dal romanzo datato 1945 di Dino Buzzati.
E di meriti, il lavoro di Mattotti, con passato da fumettista e illustratore e al suo debutto in una regia cinematografica, ne ha eccome, al netto di qualche piccolo inevitabile difetto che non rovina la visione, perché La famosa invasione degli orsi in Sicilia è gioia di raccontare, ampiezza e profondità di ambienti e delicatezza del tratto. Un'opera che ci sentiamo di consigliare.
Punto di partenza della trama de La famosa invasione degli orsi in Sicilia è la scelta del Re degli orsi Leonzio di portare il suo popolo dalle montagne alla pianura, dove vivono gli umani, per sopravvivere alle difficoltà del rigido inverno, oltre che per ritrovare il figlio rapito da cacciatori nelle montagne siciliane e perduto da tempo. Obiettivo che riesce a portare a termine, ma dopo aver ritrovato il figlio Tonio e sconfitto il malvagio Granduca grazie al proprio esercito e l'aiuto di un mago, il Re deve accettare una drammatica verità: gli orsi non sono fatti per vivere nella terra degli uomini.
I personaggi de La famosa invasione degli orsi in Sicilia sono tra i punti di forza della pellicola di Mattotti, perché ben delineati e caratterizzati, pittoreschi e accattivanti, da Leonzio a Tonio, dal Granduca a Gedeone, fino ad Almerina, il personaggio femminile che mancava al romanzo e rappresenta la principale differenza rispetto allo scritto di Buzzati. Molto interessante anche la scelta di inserire il racconto in una cornice narrativa, con il personaggio del Vecchio Orso che racconta la storia enfatizzando la voglia e la gioia della narrazione. Ed è giustificato e brillante, da questo punto di vista, che sia Andrea Camilleri a dargli voce in italiano, membro significativo e di spicco di un cast vocale che comprende tra i doppiatori anche Toni Servillo nel ruolo di Leonzio, Antonio Albanese come Gedeone, Linda Caridi e persino Corrado Guzzanti in un ruolo secondario. Molto positiva anche la scelta di scivolare nel dialetto e le sue inflessioni, che mai come questa volta contribuisce a dare spessore e corpo all'ambientazione siciliana.
Segnale di una produzione di alto profilo, accorta e rispettosa del testo di partenza, che non delude nemmeno dal punto di vista visivo: se è vero che il character design è brillante, ma non tutte le animazioni si assestano sul medesimo livello di fluidità e ricchezza, non possiamo far altro che sottolineare la bellezza e il dettaglio delle ambientazioni e i fondali. Quel che colpisce del lavoro di Lorenzo Mattotti e il suo team è la capacità di dare profondità e spazio, di immergerci nella storia e i suoi luoghi, di condurre il nostro sguardo nella Sicilia dei suoi orsi, alla ricerca di ogni piccolo particolare che contribuisce a renderla reale e viva. Il tutto con tecnica tradizionale e uno stile che richiama le illustrazioni minimali di Dino Buzzati e un disegno ad acquerello d'altri tempi, ma riesce a regalare lo stesso prezioso spazio delle tecniche più moderne.
Il risultato è un film d'animazione che valica i confini del nostro paese e della Francia che l'ha coprodotto, andando a sfidare i giganti del settore sul loro stesso campo.
Antonio Cuomo (Movieplayer.it)
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