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Mercoledì 03 Luglio 2024
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RICORDI?
Drammatico
di Valerio Mieli
con Luca Marinelli, Linda Caridi, Giovanni Anzaldo, Camilla Diana
106 minuti - Italia, Francia 2018

Lui, docente universitario di Storia romana, è problematico e tormentato proprio come piace a Lei, che gli si manifesta eternamente solare e comprensiva. Lei, insegnante di liceo vive immersa nel presente, ritenendo che "una cosa è già bella durante, non solo dopo, quando te la ricordi". Lui invece i ricordi li immagazzina, li impila uno sopra l'altro, senza riuscire più a distinguere i confini fra presente e passato, e senza essere capace di immaginarsi il futuro. La loro storia d'amore non può che procedere in modo discontinuo, attraverso tante piccole fratture della superficie visiva, in continuo andirivieni fra flash back e flash forward. [...] Di coppia torna a parlare Valerio Mieli, a quasi dieci anni da Dieci inverni, il suo lungometraggio di esordio. E anche stavolta accarezza i suoi protagonisti con la sua regia empatica e avvolgente, coadiuvato dalla magnifica direzione della fotografia di Daria D'Antonio e dal montaggio fluido di Desideria Rayner, che intessono una trama delicata fatta di nostalgie e di emozioni. [...] Questa volta però il lavoro sulla grammatica filmica non è altrettanto interessante, né altrettanto originale, di quello fatto su Dieci inverni, che raccontava una storia d'amore cogliendola in dieci stagioni e lasciandoci immaginare ciò che fosse successo durante le primavere, estati e autunni a noi invisibili. In Ricordi c'è un altro rapporto amoroso disannileato in cui la tempistica fra i due personaggi è sempre fuori sincrono, e c'è la scelta di riproporre i ricordi come memoria soggettiva dei singoli. Ma se dal punto di vista estetico quel vagare fra corpi e sensazioni è puro piacere, dal punto di vista drammaturgico è troppo debitore di altro cinema precedente, in particolare "Un amore" di Gianluca Maria Tavarelli [...] Il risultato è una storia romantica che conferma le grandi capacità registiche di Mieli ma cede ad una forma di onanismo non solo nella struttura della trama, ma anche in certi dialoghi avvoltolati su se stessi [...]. Lo sturm und drang del tutto privo di ironia del protagonista maschile ha qualcosa di ottocentesco, il che significa antico ma anche superato: ci domandiamo se, fra le tante preoccupazioni reali che tormentano un trentenne di oggi, resti lo spazio per convinzioni masochiste come "Una storia comincia a finire non appena è iniziata".
Paola Casella (MyMovies.it)
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