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Mercoledì 03 Luglio 2024
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JULES E JIM
Drammatico
di François Truffaut
con Jeanne Moreau, Oskar Werner, Henri Serre, Vanna Urbino, Boris Bassiak
b/n, 100 minuti - Francia 1962 (versione restaurata 2019)

Girato nel 1961, Jules e Jim è il film che all'inizio del '62 conferma François Truffaut come alfiere della nouvelle vague ma insieme lo consacra il regista francese per eccellenza del secondo dopoguerra. Applaudito da critica e pubblico sia in patria che all'estero, è appena al suo terzo lungometraggio e già l'autore, come Jean Renoir tra le due guerre, non si potrebbe immaginarlo (appunto) se non francese. Entrambi, maestro e allievo, con una qualità in comune: quella che li predispone a ogni rischio per affermare, col loro talento, la loro modernità. All'occorrenza anche in un film d'epoca derivato da un testo letterario: inglobando la letteratura nella vita, rivitalizzando il passato quale eterna storia del presente. Come il neorealismo italiano non tanto era legato alla cronaca, agli ambienti e ai non attori, quanto al nuovo sguardo sul mondo che rovesciava la visione degli eventi, così il cinema di Truffaut risponde a una nuova esigenza di approccio alla realtà, prima che a una soltanto presunta contemporaneità. È quella "morale estetica e nuova, incessantemente riconsiderata" di cui aveva scritto nel 1955 occupandosi del romanzo di Roché e guadagnandosi con questa sola frase la riconoscenza dello scrittore. Visibilmente contemporaneo era, con successo, I quattrocento colpi e altrettanto, ma senza successo, Tirate sul pianista. Ora la sorpresa di Jules e Jim sta nell'essere nouvelle vague sotto veste classicamente antica; nel risultare modernissimo pur presentandosi in costume, nel far vibrare corde ancor 'scandalose' nel 1962, sebbene ambientato - tuttavia senza manierismi di 'genere' - tra il 1912 e il '32.
Ugo Casiraghi (Vivement Truffaut!, a cura di Lorenzo Pellizzari, 2011)
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