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Mercoledì 03 Luglio 2024
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CORPO E ANIMA
Drammatico
di Ildikò Enyedi
con Alexandra Borbély, Morcsányi Géza, Ervin Nagy, Pál Mácsai, Júlia Nyakó
116 minuti - Ungheria 2017

Arriva dall'Ungheria l'eccentrico romance Corpo e anima. Due anime divise dagli affanni della vita e dalle stranezze della psiche, ma unite dal mondo onirico. Teatro di questa improbabile storia d'amore è un macello di Budapest di cui Endre (Géza Morcsányi, una specie di Matthew McConaughey ungherese più anziano e consumato, qui al debutto sul grande schermo) è direttore finanziario. Endre è un uomo misterioso, taciturno, costretto a superare da solo le difficoltà pratiche del quotidiano, visto che ha un braccio paralizzato. Quando la bella e stralunata Maria (Alexandra Borbély) viene assunta come nuovo ispettore di qualità, Endre è subito attratto dalla donna che però presenta gravi difficoltà nella comunicazione. Maria è una specie di donna bambina dalla mente geniale, ma la cui emotività è completamente bloccata tanto che per farsi aiutare fa terapia da uno psicanalista per bambini. L'incontro tra queste due anime è quanto di più improbabile si possa verificare eppure, complice una psicologa chiamata dall'azienda a svolgere un'indagine sul personale,Endre e Maria scoprono di condividere lo stesso sogno tutte le notti. I due sognano di essere due cervi che si incontrano nella foresta ammantata di neve e ogni notte si corteggiano, avvicinandosi a poco a poco. Sarà sufficiente questo legame onirico a farli diventare una coppia anche nella vita diurna? Pellicola eccentrica e poetica, Corpo e anima è un lavoro spiazzante nel suo alternare dramma e ironia nonsense. La principale fonte di questa comicità surreale è proprio Maria. Le idiosincrasie della donna sono talmente gravi ed eccessive da risultare fonte di ilarità. Personaggio tanto curioso quanto improbabile, la donna è un concentrato di patologie mentali e comportamenti eccentrici che la condizionano nella vita e nel lavoro. Questa è la ragione per cui, pur essendo molto avvenente, Maria non ha mai avuto una relazione con nessun uomo. Eppure la sua cotta per Endre aumenta giorno dopo giorno, tanto da spingerla a fare violenza su se stessa per superare la sua incapacità di vivere una relazione adulta pur di far breccia nel cuore del collega. Focus di Corpo e anima è la strana relazione che si instaura tra Endre e Maria, ma intorno a loro si muovono una serie di personaggi altrettanto curiosi che lavorano nel macello e assistono divertiti agli approcci amorosi tra la candida Maria e l'"arrugginito" (sentimentalmente parlando) Endre. Il film scorre rapido e vivace grazie ai vari siparietti tra i personaggi che scandiscono la storia, ma dietro i momenti ironici traspare una vena di drammatica profondità. Merito della sensibilità della regista Ildikó Enyedi, capace di trovare una modalità curiosa e originale per indagare le profondità dell'animo umano. Al netto dell'ironia, dunque, Corpo e anima è una pellicola dai risvolti profondamente drammatici. Il film racconta due solitudini differenti, ma a modo loro altrettanto tragiche. La menomazione di Endre, di cui non conosciamo l'origine, lo ha isolato dalla famiglia e dagli altri. Le sue relazioni passate si sono concluse infelicemente e l'uomo, integerrimo sul lavoro, conduce un'esistenza squallida e solitaria. Quanto a Maria, il suo sviluppo emotivo non è mai avvenuto e la donna, che a tratti sembra sfiorare l'autismo, è preda di fobie e idiosincrasie che le impediscono di lasciarsi andare al piacere. Al di là del sostrato psicologico, spina dorsale del film, Corpo e anima si distingue per eleganza e cura formale. Ildiko Enyedi accarezza i volti dei suoi protagonisti con primi piani insistiti, sostenuti dal talento dei suoi interpreti, ed esplora con sguardo curioso la realtà del macello soffermandosi su dettagli disturbanti necessari per comprendere la natura dell'ambiente in cui Maria ed Endre passano le loro giornate. A queste scene in interni si alternano le bellissime sequenze oniriche ambientate nella foresta invernale (un plauso alla fotografia di Máté Herbai) in cui si muovono i cervi, proiezione onirica dei protagonisti. La regista gestisce con sicurezza lo sviluppo narrativo del racconto concedendosi alcune sequenze in cui l'eccentricità dei personaggi sfocia nel grottesco (magistrale la sequenza del prefinale ambientato nel bagno di Maria sulle note della ballad di Laura Marling What He Wrote) e dimostra che, se si possiedono intelligenza e creatività, esistono modi originali per parlare d'amore come se fosse la prima volta.
Valentina D'Amico (Movieplayer.it)
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