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Mercoledì 03 Luglio 2024
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TRIS DI DONNE & ABITI NUZIALI
Commedia
di Vincenzo Terracciano
con Sergio Castellitto, Martina Gedeck, Paolo Briguglia, Iaia Forte
98 minuti - Italia '09

Un film divertente e intelligente. Grazie alle sue incisive qualità: la resa delle recitazioni (facce, gag) che fanno corona al mattatore; i riscontri ambientali che determinano l’azione e non solo gli sfondi; le soluzioni di regia poste al servizio del quadro di cui sopra. In «Tris di donne & abiti nuziali», Vincenzo Terracciano scivola in souplesse tra il tema classico dell’autodistruttiva passione per il gioco e quello inedito di un certo familismo sudista, «funzionale» nella solidarietà ancorché irregolare o estremo nei comportamenti. Non a caso lo script affianca al team consolidato fra Laura Sabatino e il regista la firma di Giuseppe (Bepi) Improta, brillante intellettuale, scrittore e cinéfilo che ha vissuto e contrassegnato un’epoca di trasgressiva gioventù vomerese. La chiave di lettura di questa commedia più agra che dolce sta proprio nel quartiere collinare di Napoli, dove la «normalità» borghese e piccolo borghese sta per essere sgretolata dall’altra città, quella ormai stranota della violenza e della delinquenza: il tavolo da gioco, la sala corse, l’ippodromo diventano, così, dei mini-stadi in cui l’azzardo e l’anticonformismo vitalistici cercano di fare a modo loro resistenza. Le scale di via Morghen, illuminate dai toni crepuscolari di Fabio Cianchetti, risultano una perfetta allegoria del movimento a pendolo che porta il padre Castellitto, la moglie Gedeck e i figli Rea e Briguglia a confrontarsi con le proprie ossessioni, ma anche a contaminarsi con le equivoche maschere del biscazziere Cantalupo, il cavallaro Esposito, l’usuraio Morra, il «mano fredda» Calabresi, il femminone Forte. La commedia italiana vira, così, al nero e l’eduardiano protagonista si ritrova immerso nella losca omologazione odierna.
Valerio Caprara (Il Mattino)
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