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IL MIO VICINO TOTORO
Cartoni animati
di Hayao Miyazaki
86 minuti - Giappone/USA '88/'09

Strani ritmi, il cinema. Il mio vicino Totoro (accento sulla prima "o") risale al 1988 e arriva in Italia dopo una serie di capolavori che ci hanno fatto scoprire e amare in gran ritardo Hayao Miyazaki, forse il più grande cartoonist vivente. Eppure non solo non ha preso una ruga, sarebbe banale dirlo, ma non ha nulla di meno delle produzioni più recenti dello studio Ghibli come La principessa Mononoke, La città incantata o Ponyo sulla scogliera. Evidentemente in tutti questi anni Miyazaki ha continuato a lavorare su un nucleo ben preciso di forme e di temi esplorando direzioni già contenute nelle sue prime opere. Con esclusioni significative. Nel Mio vicino Totoro ad esempio, manca quasi del tutto la paura, ingrediente immancabile nei film e cartoons per l’infanzia. Le due sorelline che si trasferiscono col padre in una casa di campagna circondata da un fitto bosco e dominata da un maestoso albero di canfora, si trovano infatti subito confrontate a misteriose bestiole domestiche o silvestri che apparentemente solo loro vedono. Ma non c’è mai nulla di davvero minaccioso, sul timore prevalgono lo stupore, la meraviglia, il comico, insomma l’appagamento estetico (di cui il comico fa parte), che nei bambini è fortissimo anche se nessuno stranamente se ne ricorda mai. E quando la paura arriva, non viene dal mondo incantato scoperto dalle sorelline Mei e Satsuki, ma dalla concreta seppur temporanea scomparsa della piccola Mei. Oppure dalla malattia della madre, ricoverata in ospedale. Che però non è una tragedia incombente o una minaccia insopportabile, ma un fatto della vita, un’incognita da esplorare e a cui dare il giusto peso. Come tutto in questo film che procede di sorpresa in sorpresa, con impennate poetiche e gag irresistibili che non ci azzarderemo a raccontare per non guastare il piacere di scoprire di persona i colori, le forme, i suoni (musica al minimo, molti rumori d’ambiente) grazie a cui Miyazaki ci porta in un mondo mai visto. Con una capacità di reinventare a colpi di creature fantastiche e di paesaggi più veri del vero la Natura e i suoi prodigi che lascia davvero senza fiato. A tutte le età.
Fabio Ferzetti (Il Messaggero)
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