Drammatico di Lone Scherfig con Carey Mulligan, Peter Sarsgaard, Alfred Molina, Cara Seymour, Emma Thompson 100 minuti - Gran Bretagna '09
Si può resistere a un giovane dal sorriso gentile che dopo aver ceduto il passo, colmo della cortesia automobilistica, a una mamma col bimbo in carrozzina, vi salva da un tremendo acquazzone offrendovi un passaggio sulla sua Bristol fiammante? Si può resistere se quel giovane spiritoso, che avrà più di 30 anni, vi sconsiglia di salire sull'auto di uno sconosciuto ma si offre galantemente di riparare dal diluvio almeno il vostro violoncello?
No naturalmente, e così quando il giovanotto dichiara con dolcezza disarmante le sue "debolezze" - non ha fatto l'università ed è ebreo, in anni di aperto e diffuso antisemitismo - è fatta. La deliziosa Jenny, brillante studentessa 16enne dei sobborghi londinesi che nel 1962 sogna Parigi (la swinging London non è ancora esplosa) e prepara l'esame per Oxford, sale sulla Bristol amaranto, stringe la mano del suadente David, che le parla di Elgar e di pittura preraffaellita. Ed entra in un mondo ignoto e sfavillante fatto di concerti, ristoranti, sigarette russe, aste da Christie's.
Anche se come scoprirà presto il dandysmo di David, che le fa una corte tenace ma discreta, con frequenti visite a casa per sedurre prima di Jenny i suoi genitori filistei, nasconde vari lati oscuri. Ma che importa l'onestà? A 16 anni si ha voglia di vivere, Jenny ha una passione sincera e divorante per il bello, e una naturale diffidenza per i rigidi principi che le inculcano a scuola. Inoltre perfino i genitori sono sedotti da quel soave imbroglione che spaccia finte dediche di famosi scrittori e si paga la bella vita con mezzi non proprio leciti...
Tratto da un amaro e pungente racconto autobiografico della famosa giornalista inglese Lynn Barber, sceneggiato con libertà e finezza da Nick Hornby (che evoca le metamorfosi dello script in un appassionato libretto edito da Guanda), An Education è un incantevole film in costume con molti "genitori". Alla Barber e a Hornby vanno aggiunti infatti la regista danese Lone Scherfig (Italiano per principianti), che ci mette un tocco delicato e un'attenzione mai esteriore per l'epoca e i suoi segni. Ma soprattutto un cast oltre ogni elogio.
Dalla scintillante, irresistibile Carey Mulligan, che dà a Jenny la curiosità, i fremiti, le ritrosie, l'impertinenza di una ragazza cresciuta in un paese ancora segnato dalla guerra, al molle, doppio, spregevole ma umanissimo Peter Sarsgaard, capace di farci capire la sua tragedia personale (guardate il lampo d'invidia quando lei nomina Oxford...) senza mai metterci contro di lui. Passando per Alfred Molina, semplicemente strepitoso nei panni del padre così interessato all'ascesa sociale della figlia da rendersi complice di vere nefandezze. La seconda parte è più illustrativa, meno sorprendente. Ma poche volte un film ha raccontato meglio il viluppo di aspettative, proiezioni, sentimenti e risentimenti, che unisce genitori e figli, ricchi e poveri, colti e meno colti, in un unico infernale girotondo.
Fabio Ferzetti (Il Messaggero)
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