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Mercoledì 03 Luglio 2024
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SI PUO' FARE
Commedia
di Giulio Manfredonia
con Claudio Bisio, Giuseppe Battiston, Anita Caprioli, Bebo Storti
111 minuti - Italia 2008

Si può fare, in verità, non se l'è inventato lui, è "copyright" di quel Giorgetti che negli anni '80 aprì una cooperativa di malati mentali a Pordenone. Una storia di riscatto sociale stupenda, una solida realtà fatta di numeri e successi. Terapeutici ed economici. Bonifacci, ottimo sceneggiatore, ha preso la macrostoria da un articolo di giornale e ci ha costruito una fiaba che più vera non si può. Giulio Manfredonia- i suoi Se fossi in te e È già ieri son piccoli gioielli - ci ha creduto quattro anni fa e gli ha dedicato un lavoro intenso e atipico (prove di tre mesi persino per i provini, training-tortura per il cast). Il suo gioioso rigore, il piacere del racconto leggero e profondo ha fatto il resto, per un'opera indimenticabile. Grazie alla sua regia, alle musiche e a un cast, è proprio il caso di dirlo, pazzesco: su tutti i pazienti, undici attori straordinari e sconosciuti. Qualcuno volò sul nido del cuculo, senza prendersi troppo sul serio, arriva in Italia grazie a un Claudio Bisio sindacalista che cerca di capire il mercato, un eretico ovunque sia, idealista ma mai ideologico che decide di applicare la legge Basaglia, la 180, a modo suo: i malati sono lavoratori (diventano artisti del parquet!), si guarisce riprendendo in mano la propria vita e buttando le medicine. Non tutto andrà bene, ma tutti cresceranno. Anita Caprioli è una dolce yuppie di sinistra, anello tra le follie dei normali e dei matti, Battiston un medico ribelle, Colangeli il suo "nemico", Bebo Storti un capitalista odioso. Un film splendido, in cui tutto è calibrato alla perfezione, l'opera più applaudita del Festival di Roma, da vedere. Subito. E poi dovete tornarci. Vi sembra una follia? Bravi, questo è lo spirito giusto.
Boris Sollazzo (DNews)
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