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Mercoledì 03 Luglio 2024
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TUTTA COLPA DI GIUDA
Commedia
di Davide Ferrario
con Gianluca Gobbi, Luciana Littizzetto, Kasia Smutniak, Fabio Troiano
102 minuti - Italia '09

Signora mia, non ci sono più i Venerdì santo di una volta, quando si sentiva Bach in radio, al cinema c' era al massimo Bernadette. Oggi esce Tutta colpa di Giuda, girato da Davide Ferrario al carcere Le Vallette a Torino (lo conosce bene per cause artistiche). Apparentemente sembra un film irrispettoso ma invece è il contrario, perché l' autore, a parte gli attori ben scelti, si fida e s' affida ai detenuti rischiando di suo e della superstar della cine commissione, quella del Piemonte. Opera sorprendente, di straordinaria libertà visiva intellettuale, un ibrido di generi. Film carcerario, ma anche musical alla Jesus Christ, storia di training teatrale autogeno in cui una miscredente regista off off (brava, tosta e bella Kasia Smutniak) prova ad allestire coi carcerati attori, ed è vero, una Passione (ecco la concomitanza) danzando perfino aerea sulla Croce. Ma nessuno dei bravi ragazzi vuole il ruolo di Giuda, urge un lieto fine per i testi sacri, senza tradimenti, processo e condanne, contro il cappellano timorato (Gianluca Gobbi). Ma il direttore della prigione (Fabio Troiano) alla fine appoggia, con una scorciatoia sentimentale. Ferrario ha lavorato sulle sue esperienze in carcere, dove spesso ora il teatro ha il suo spazio (i progetti di Volterra e della Pomodoro) e nel ribaltamento di prospettiva, religiosa, sociale e musicale, il film sembra ma non è improvvisato. Trova una spontanea unicità paradossale, molto corporeo-visiva, divertente e non drammatica, coi carcerati che passano da una Emma Dante a una Pina Bausch. Nasce così un fatto speciale sul set (l' indulto ha mutato l' intero cast) coi ragazzi dalla pena leggera che, aiutati dalla bella colonna sonora, diventano ballerini rischiando parolacce by night improvvisando vita, rimorsi e dolori e trovando finalmente un' alternativa a se stessi. Così un film pop ateo acquista una dimensione oltre ed altra per merito di un gesto autentico di fiducia. Dulcis in fundo, una brava Littizzetto «gioca» sorniona da suorina superiora inesorabile e molesta: ma come farà a diventare antipatica?
Maurizio Porro (Corriere della Sera)
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