Film documentario di Arnaud Desplechin con Mathieu Amalric, Melvil Poupaud, Catherine Deneuve 150 minuti - Francia 2008
Una famiglia nella tempesta. Un autore bislacco e malnoto da noi, Arnaud Desplechin, che parte da uno studio psicanalitico sui trapianti di midollo tra consanguinei per farne una commedia piena di personaggi svitati e adorabili. Il prologo, tragico, è affidato alle ombre cinesi: nascita e morte prematura del primogenito per leucemia. Il resto gira intorno al risorgere del morbo nella Deneuve, matriarca di un clan espanso ma minato da caos congenito e lotte intestine. Per arrivare al fatidico trapianto bisognerà superare molte ruggini, complicate da incidenti spesso esilaranti e dalla bizzosa distribuzione di talenti in famiglia (per la scrittura, per le arti, per i guai, per la follia). Non mancano echi autobiografici visto che siamo a Roubaix, vicino Lilla, la città di Desplechin, che ha una sorella scrittrice proprio come il protagonista, il "briccone divino" Mathieu Amalric. Ma ogni pesantezza è bandita dall'elettricità di un film che scioglie il dramma in gioco e sfida. I personaggi si chiamano Faunia, Abele, Giunone, Dedalus; la nonna defunta era mezza lesbica per cui al cenone di Natale si invita la sua ex-amica; e fra adulteri e rese dei conti, anche in tribunale, Natale genera un tale tsunami di sentimenti che le dichiarazioni d'amore sembrano dichiarazioni di guerra, e l'unica a ritrovarsi in questo caos di affetti e rancori sembra essere l'ospite di una sera, l'ebrea Emmanuelle Devos, spaesata e divertita da quei cristiani così poco ortodossi. Strambo, iper-colto, a dir poco spiazzante. Eppure è raro, oggi, trovare al cinema un senso così tumultuoso della vita e dei suoi doppifondi.
Fabio Ferzetti (Il Messaggero) |