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Mercoledì 03 Luglio 2024
Parrocchia S.Stefano
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LA ZONA
Drammatico
di Rodrigo Plà
con Daniel Gimenez Cacho, Maribel Verdú, Daniel Tovar
97 minuti - Spagna/Messico 2007 - V.M. 14 anni

Si può vivere dietro a un muro ignorando ciò che si svolge al di là? È questa la domanda che pone il film messicano-spagnolo La zona. Da un racconto della sceneggiatrice Laura Santullo, l' esordiente Rodrigo Plá (un quarantenne uruguayano che vive a Città del Messico) inventa una zona residenziale circondata da un' alta muraglia con tanto di filo spinato in cima. Controllato giorno e notte da una centrale video, questo eden superprotetto si fonda su un regolamento condominiale che stabilisce l' autonomia dai poteri esterni: neppure la polizia può entrare senza un mandato; e in un accostamento paradossale, appena oltre i cancelli grida vendetta il più degradato dei quartieri suburbani. Volendo trovare qualcosa di simile in casa nostra il riferimento inevitabile è alla Padova dei muri, così chiamata dopo che nell' agosto 2006 fu eretto in via Anelli un muraglione in ferro lungo quasi cento metri come difesa da un nido sovraffollato di immigrati e gestito dalla malavita. Da allora altri più blandi baluardi (pannelli, reti metalliche, sbarre) sono sorti qua e là creando per la città una immeritata reputazione di segregazionismo razzista. A commento dei fatti Giuseppe D' Avanzo, convinto che i muri padovani sono solo un placebo per chi è angosciato dalla paura, ha scritto: «Un muro offre la possibilità si sentirsi al sicuro, di immaginarlo almeno. Tutto sommato, di autoingannarsi ». Questa lucida analisi si applica perfettamente a La zona, dove il fenomeno appare pantografato nelle dimensioni di una terrificante metafora forse ispirata dal Buñuel claustrofobico di L' angelo sterminatore. Accade che durante un temporale crolla un tabellone aprendo una breccia nella quale, approfittando del blackout, si infilano tre ragazzi di vita alla Pasolini. Anche la luce che si spegne, punteggiando le fasi più drammatiche del film, assume un significato metaforico alludendo agli spegnimenti delle coscienze. Nel tentativo di rapinare una villa, i tre ladruncoli in preda all' alcol ammazzano la proprietaria. Donde un convulso inseguimento in cui due dei malcapitati restano uccisi; e muore anche un sorvegliante, colpito per sbaglio da un residente. Si decide di non far entrare le forze dell' ordine e scatta l' omertà: in una riunione dei condomini in cui solo uno, subito guardato come un appestato, si dichiara contrario a far sparire i cadaveri nei cassonetti dell' immondizia e dichiarare che il guardiano è morto suicida o infartato. Intanto l' adolescente Miguel, il più giovane e meno colpevole degli incursori, si è nascosto nella cantina di una villa dov' è scoperto dal coetaneo Alejandro, il figlio del proprietario, che decide di aiutarlo a eludere la caccia all' uomo scatenatasi nel frattempo. Sembra che la faccenda si avvii a un chiarimento con l' entrata in scena di un investigatore, ma causa i suoi precedenti di sbirro manesco e ricattabile il volonteroso sbirro deve smorzare gli ardori. Ne consegue qualcosa di tremendo coinvolgente l' intera comunità, con Alejandro che assiste terrorizzato e impotente. Poche volte si è visto un film di un pessimismo tanto radicale, in quanto tutti i personaggi hanno motivazioni buone o cattive per adottare comportamenti sempre più aberranti. Il mondo, insomma, è dominato dall' avidità e non esiste nessun santo al quale appellarsi. Benché il prezzo dello squilibrio sociale sia pagato soprattutto dai miserabili, neppure i privilegiati possono sottrarsi ai rischi nonostante i marchingegni predisposti a loro difesa. Premiato a Toronto e applaudito in altri festival, La zona lancia con Rodrigo Plá una nuova promettente firma della regia e rappresenta un invito, per chi ama il cinema, a riscoprire che la Decima Musa non abita soltanto a Hollywood.
Tullio Kezich (Corriere della Sera)
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