Parrocchia S.Stefano
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| LE PAGINE DELLA NOSTRA VITA | Sentimentale
di Nick Cassavetes
con Gena Rowlands, James Garner, Ryan Gosling, Rachel McAdams, Joan Allen
121 minuti - USA 2004
Quanto può portare un attore a un film lo prova «The Notebook» di Nick Cassavetes, che traduce sullo schermo il bestseller di Nicholas Sparks, uscito in Italia da Sperling Paperback con il titolo «Le pagine della nostra vita». Sparks è scrittore di romanzi rosa che sembrano la versione nobile di un Harmony: c'è ancora spazio nel cinema di oggi per un dramma sentimentale che miri a colpire la fantasia dello spettatore con gli effetti del cuore invece che con gli effetti speciali? La scorsa estate la risposta del pubblico americano, forse stanco di rumorose pellicole d'azione, è stata positiva. Ma, a parte il disastroso calo di incassi che negli ultimi mesi ha penalizzato da noi persino «Star Wars» e «Batman Begins», gli italiani sono probabilmente troppo cinici e complicati per apprezzare uno «strappalacrime» raccontato in modo tanto semplice e diretto. Al centro del film la storia d'amore fra il giovane povero Noah e la ragazza ricca Allie che, iniziata in modo contrastato nel 1940 a Seabrook, North Carolina, si risolve in un rapporto indissolubile che sfida l'Alzheimer e la morte. E' infatti l'anziano Noah a leggere alla moglie, che persa nelle nebbie della terribile malattia non lo riconosce più, il diario della loro vita nella speranza di risvegliare almeno per qualche istante la sua memoria. Nick Cassavetes è lungi dal possedere lo stile fenomenologico e nervoso del grande John, e tuttavia dal padre, che fu ottimo interprete oltre che regista, e dalla mamma attrice Gena Rowlands, che di «Le pagine della nostra vita» è protagonista, ha ereditato il gusto per la recitazione. Guidati con sensibilità, James Garner e la Rowlands (anche se le plastiche le hanno un poco imbalsamato il volto) nel ruolo dei coniugi invecchiati sono incantevoli; e funzionano bene anche gli emergenti Ryan Gosling e Rachel McAdams, che sono Noah e Allie giovani, per non parlare di Joan Allen fantastica nella parte ingrata della madre di lei. E' grazie al bel cast che in un film, per altri versi convenzionale, scaturisce a tratti un momento di verità e scatta la scintilla dell'emozione.
Alessandra Levantesi (La Stampa)
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