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Mercoledì 03 Luglio 2024
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CUORI
Drammatico
di Alain Resnais
con Lambert Wilson, Pierre Arditi, Sabine Azéma, André Dussollier, Laura Morante
125 minuti - Italia, Francia 2006

Sei personaggi (più uno che non si vede) in cerca di una trama che fa incrociare i rispettivi destini. Questa è la sintesi di Cuori, il film di Alain Resnais tratto dalla commedia «Private Fears in Public Places» di Alain Ayckbourn. Messo in scena dall'autore stesso due anni fa nel suo provinciale teatro di Scarborough (Yorkshire), il copione viene eseguito senza varianti di rilievo tranne che per l'ambientazione. Da Londra ci trasferiamo infatti nel quartiere parigino intorno a Bercy, ovviamente con personaggi francesizzati: per non fare confusione (qualche nome è stato cambiato) li indicheremo con i nomi degli attori. Laura Morante accompagnata dal mediatore André Dussolier cerca un nuovo appartamento, ma è sempre arciscontenta come il sor Pampurio di buona memoria. Anche perché vorrebbe soddisfare le confuse esigenze del compagno Lambert Wilson, che tornato dal militare passa le sue giornate col bicchiere in mano assillando di chiacchiere il barman Pierre Arditi. Quest' ultimo ha un padre paralizzato e molesto (Claude Rich, di cui si sente solo la voce), terrore delle badanti finché a tenergli testa spunta Sabine Azéma, un' impiegata dell' agenzia immobiliare che arrotonda facendo un secondo mestiere. Ostentatamente religiosissima, Sabine nasconde interni affanni evidenziati da una registrazione che lei presta al collega Dussolier, intrigato nello scoprire nel video, dopo un melenso programma di canzoni, nientemeno che un porno hard. Isabelle Carré, sorella nubile che convive con André, è scandalizzata quando si accorge che il fratello guarda certa roba, ma intanto continua la vana ricerca di un' anima gemella tramite annunci sul giornale. Accade che Wilson, in crisi con la Morante e su consiglio di Arditi, ha fatto anche lui un inserzione tipo cuore solitario che lo porta a incontrare Isabelle... E via intrecciando e sciogliendo gli occasionali nodi fra i personaggi con le sorprese esistenziali (incluso un imprevedibile balletto «à poil» dedicato al vecchio valetudinario) che lo spettatore scoprirà da sé. Prefazionando un copione articolato in 54 scene, a volte brevissime, che sembra una sceneggiatura, Ayckbourn si dichiara paradossalmente contrario al «celluloid approach» per la scrittura teatrale. E raccomanda si registi di organizzarsi come ha fatto lui a Scarborough: scena fissa con modifiche di ambientazione allusive, altrimenti i cambiamenti occuperebbero (da buon teatrante, Alan ha fatto i calcoli) 27 minuti di tempi morti. Nel cinema il problema non si pone, soprattutto quando c' è un regista come Resnais imbattibile nello scandire in maniera fluida il ritmo del racconto. Avendo alle spalle mezzo secolo di titoli spesso divenuti classici, a un certo punto l' 84enne maestro ha avuto l' ispirazione salvifica di abbandonare le fonti letterarie sofisticate (scrittori, diciamola tutta, involuti e noiosissimi come Marguerite Duras e Robbe Grillet) per andare verso la vita; e nel tragitto si è imbattuto nell' offerta vastissima delle 68 commedie di Ayckbourn. Dopo Smoking; No Smoking (1993), il regista ha scelto «Paure private in posti pubblici» attratto dalla bizzarria delle combinazioni e dal messaggio condensato dall' autore in termini che riporto alla lettera perché è impossibile dire meglio: «Le nostre vite sono legate molto più di come crediamo; e le azioni individuali, sia pure involontarie, spesso creano increspature che diventano onde e finalmente scuotono costruzioni lontane miglia su qualche sponda distante». Proviamo a guardare secondo tale ottica l' esistenza nostra e di coloro che ci stanno intorno e scopriremo una commedia umana simile all' articolata tranche de vie, senza inizio né fine, che emerge da Cuori anche per merito di un' affiatatissima e pluripremiabile compagnia attoriale.
Tullio Kezich (Il Corriere della Sera)
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