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Mercoledì 03 Luglio 2024
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BORDER - CREATURE DI CONFINE
Drammatico
di Ali Abbasi
con Eva Melander, Eero Milonoff, Jörgen Thorsson, Ann Petrén, Sten Ljunggren
104 minuti - Svezia, Danimarca 2018

Tina ha un fisico massiccio e un naso eccezionale per fiutare le emozioni degli altri. Impiegata alla dogana è infallibile con sostanze e sentimenti illeciti. Viaggiatore dopo viaggiatore, avverte la loro paura, la vergogna, la colpa. Tina sente tutto e non si sbaglia mai. Almeno fino al giorno in cui Vore non attraversa la frontiera e sposta i confini della sua conoscenza più in là. Vore sfugge al suo fiuto ed esercita su di lei un potere di attrazione che non riesce a comprendere. Sullo sfondo di un'inchiesta criminale, Tina lascia i freni e si abbandona a una relazione selvaggia che le rivela presto la sua vera natura. Uno choc esistenziale il suo che la costringerà a scegliere tra integrazione o esclusione. La scoperta di Tina per lo spettatore non è cosa da niente. Difficile parlare di questa eroina singolare e massiva senza rovinare la sorpresa che cova il film e il piacere che procura. Proviamo a girarci intorno. Adattamento del romanzo omonimo di John Ajvide Lindqvist, che aveva già ispirato Lasciami entrare di Tomas Alfredson, dove il vampirismo assumeva forme quotidiane, Border si misura con un'altra creatura leggendaria che popola favole e immaginario della mitologia scandinava. Volto di Neanderthal in un mondo di Sapiens feroci, Tina ha una difformità primitiva che cattura lo sguardo dello spettatore e coglie progressivamente in lei una differenza ontologica. Differenza di cui la protagonista prende a sua volta coscienza nel corso dell'intrigo. Autore svedese di origine iraniane, Ali Abbasi realizza un film sorprendente e immaginifico che inquieta e insieme meraviglia, incrociando cronaca sociale e atmosfera fantastica. [...] Sottile e brutale, il film di Abbasi conduce su un terreno originale e perturbante, quello delle vecchie leggende rivisitate e di un fantastico sociale meravigliosamente ispirato. Al di là dei confini del titolo e del possibile, Border avanza attraverso una serie di rotture drammatiche che mettono in dubbio le apparenze. Quello che ci appare perbene pratica la pedofilia, quello che ci appare un'aberrazione genetica la combatte con un superpotere, un fiuto senza pari per l'abiezione umana. Ma Abbasi va ancora oltre, sollevando con la sua protagonista la questione dell'identità. [...] Nell'atto finale il racconto [...] si concentra sui dubbi morali di Tina. Se da una parte apprende a coltivare, con l'aiuto del suo bestiale amante, l'istinto materno che sorge in lei, dall'altra, la violenza esplicita di Vore, la obbliga a scegliere tra l'accettazione di una vita ai margini o il ritorno a un'esistenza osservante delle regole sociali. Radicalità e integrazione diventano due facce alternative che impongono una scelta, la sua scelta. Il percorso di Tina eccede il sovrannaturale, facendosi parabola di un'interrogazione intima e sociale più grande: l'ossessione identitaria. [...] La questione del confine, sollevata fin dal titolo e assunta concretamente con la dogana del porto, si risolve per Tina nel mezzo, nel tentativo di abbattere le barriere, prima di tutto mentali, nei confronti degli altri. Resistente e inatteso come la sua protagonista, una poderosa Eva Melander dissimulata dalla protesi facciale, Border impressiona e destabilizza in permanenza lo spettatore, rinnovando l'appello alla tolleranza. Mentre l'Europa si trincera dietro i suoi confini, il film di Abbasi incoraggia, con un'efficacia delirante, l'apertura di tutte le frontiere.
Marzia Gandolfi (MyMovies.it)
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