Animazione di Rob Letterman, Conrad Vernon con Paul Rudd, Rainn Wilson, Reese Witherspoon 94 minuti - USA 2009
Nel giorno del suo matrimonio, Susan, fidanzata a un cinico e ambizioso metereologo televisivo, viene colpita da un meteorite, crescendo a dismisura. Placcata dall'esercito degli Stati Uniti d'America, la sposa viene condotta sotto gli occhi sbigottiti degli invitati in un carcere di massima sicurezza. Mentre Susan prova ad abituarsi alle sue nuove dimensioni e a fare amicizia con quattro creature mostruose e irresistibili, un'astronave, aliena e monoculare, atterra sul nostro pianeta, rifiuta le proposte pacifiche di Mr. President e spazza via il comitato di accoglienza. Il governo, allarmato dalla presenza aliena, chiede aiuto al generale Monger e al suo specialissimo reparto di mostri. Spetterà a loro, guidati dall'impavida Susan, eroina ordinaria in condizioni straordinarie, combattere il macrocefalo Galaxhar e il suo esercito di replicanti, salvando la Terra dall'invasione.
Se all'operaio John Nada del Colorado servirono un paio di occhiali da sole per scoprire che i perfetti rappresentanti della upper class di Los Angeles erano in realtà mostruosi esseri provenienti dallo spazio (Essi vivono), agli umani spettatori occorreranno un paio di occhiali 3D per archiviare la bidimensionalità e godersi (nelle sale attrezzate) un attacco alieno e tridimensionale alla terra. Lenti per guardare davvero la realtà delle cose quelle di Carpenter, lenti per "imbrogliare" ludicamente il cervello quelle di Jeffrey Katzenberg, che ci rammenta la fascinazione intatta di questo trucco: il desiderio di entrare nello schermo. Guardando l'ultima mostruosa fatica della DreamWorks si ha la sensazione che l'animazione digitale tridimensionale prima di essere un valore aggiunto sia un (fastidioso) espediente per vendere come nuova una storia fiacca e un umorismo ripetitivo.
Monotone pure le citazioni continue di altri film e i personaggi animati forniti della gestualità di attori noti e voci altrettanto famose. Il limite delle storie e dei protagonisti dell'animazione DreamWorks sembra consistere nel rimanere strettamente legati al cinema live action statunitense. In questo non c'è davvero niente di male ed è divertente la prima volta, la seconda e magari anche la terza, la quarta e la quinta diventa maniera fine a se stessa.
I prodigi tecnici e quelli attoriali non sono evidentemente più sufficienti a sorprendere, c'è bisogno di storie articolate, di regole solide da infrangere, di personaggi che promettano di essere sovversivi come Shrek e non di tiepide trasgressioni che non disturbano più nessuno. Ma forse la cosa più grave è abituare gli spettatori a un'animazione troppo zelante verso il cinema dal vivo, travisando la natura dell'animazione, privandola della sua libertà di immaginare, di ricreare e rendere plausibili mondi altri e fantastici.
Mostri contro alieni resta sospeso tra provocazione e rassicurazione e anche questa volta i villains invasori avranno la peggio contro i mostri scorretti col cuore d'oro, disimpegnati con una coscienza, morbidi o gelatinosi ad altezza d'infante o di gigante.
Marzia Gandolfi (MyMovies.it)
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