Commedia/Drammatico di Danny Boyle con Mia Drake, Imran Hasnee, Anil Kapoo 120 minuti - USA, Gran Bretagna 2008
È Mumbai, la metropoli indiana colpita dagli attentati terroristici dei giorni scorsi, il teatro di The Millionaire: il piccolo film che, dopo i successi ai festival di Telluride e Toronto, si sta segnalando come uno dei "casi" cinematografici della stagione. Un perfetto esempio di cinema "global": ambientazione nell' antica Bombay, giochi televisivi a premi, soggetto da classico melodramma ma incartato in un linguaggio dinamico e molto contemporaneo. Il centro narrativo è "Chi vuol essere milionario": proprio il format che conosciamo in versione italiana, identico svolgimento, uguale grafica e perfino stessa musica d' atmosfera. Centrando una risposta dopo l' altra, il diciottenne Jamal si sta avvicinando alla cifra massima di 20 milioni di rupie; tanto più favolosa per lui, che viene dalla baraccopoli di Mumbai e ha condotto una vita piena di sofferenze e umiliazioni. Ora Jamal ha dalla sua legioni di fan; ma ha contro Prem, il conduttore della trasmissione, che lo denuncia alla polizia per sospetta truffa. Mentre gli agenti lo interrogano, ricorrendo anche alla tortura, il ragazzo rivive in flashback gli episodi del proprio passato: in ognuno dei quali c' è il motivo per cui Jamal conosce le risposte alle domande del quiz. In flashback lo vediamo privato della madre negli scontri tra musulmani e indù; ridotto schiavo da un malvivente che manda i bambini a mendicare come Oliver Twist; in fuga col fratello Salim e una ragazzina, Latika, di cui resterà per sempre innamorato. L' anima melodrammatica della storia riguarda il fratello divenuto sicario di un bieco gangster, che si è preso come amante la ragazza. Per Jamal rispondere ai quiz non è questione di danaro, ma la condizione per ritrovare il suo amore. Lo sceneggiatore Simon Beaufoy ("Full Monty") è abile a cucire in un tutto coerente gli episodi del best-seller da cui il film è ricavato; quanto a Danny Boyle, l' eclettico e dotato ("Trainspotting", "28 giorni dopo") regista britannico ha buon fiuto e deve aver subodorato immediatamente che la patetica e romantica storia di Jamal era destinata al successo. Ben ritmato e appassionante, The Millionaire è anche un film astuto, smaliziato per come usa ingredienti di sicura presa, ma niente affatto banale. A noi occidentali restituisce un' immagine del "miracolo" indiano più articolata e convincente delle versioni correnti nei media: una dimensione dove improvvise fortune coabitano con la più tetra povertà e l' euforia del mercato senza regole va producendo danni irreversibili. Quanto all' accogliente metafora di "Chi vuol esser milionario", conosciamo da tempo il fenomeno dell' identificazione di tante persone nei quiz che dispensano denaro, rito di speranza e riscatto per chi dalla vita ha ricevuto molto poco. Non l' abbiamo mai percepita con tanta evidenza, però, come qui, dove i telespettatori adoranti sono i veri dannati della Terra, prigionieri di un' esistenza di miseria e disperazione.
Roberto Nepoti (La Repubblica) |